La Nuova Sardegna

Oristano

Donna morta, cartelle in Procura

di Simonetta Selloni
Donna morta, cartelle in Procura

Paulilatino, ieri l’autopsia su Bonacatu Zucca. L’inchiesta sul decesso nata da un esposto del sindaco

19 settembre 2018
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PAULILATINO. Dalla casa di Bonacatu Zucca, in via Sant’Ilario, al cimitero di Paulilatino, ci saranno 80-100 metri. Aveva 74 anni, e in quella casa, una zona un po’ periferica del paese, la donna conduceva un’esistenza riservata. «Ma la si vedeva in centro, in Comune chiedeva informazioni su tributi e adempimenti vari», spiega il sindaco Domenico Gallus. Bonacatu Zucca è morta sabato scorso nel reparto Geriatria dell’ospedale San Francesco di Nuoro. Ma grazie a Gallus e al vice sindaco Serafino Oppo, questa morte è ora al centro di un’indagine.

L’inchiesta. Ieri mattina è stata fatta l’autopsia disposta dal sostituto procuratore della Repubblica di Oristano Andrea Chelo che coordina un’inchiesta per ora contro ignoti. La donna è morta per una serie di circostanze che avevano già spinto sindaco e vice a dire senza mezzi termini che nei suoi confronti non c’era stata la dovuta attenzione, da parte della struttura ospedaliera del San Martino di Oristano che di lei si era occupato all’inizio della storia.

No al ricovero. Un passo indietro. Bonacatu Zucca era caduta per strada il 14 agosto. Un vicino l’aveva soccorsa e l’aveva portata all’ospedale di Oristano dove le era stata diagnosticata la frattura all’omero e prospettata la necessità di un intervento chirurgico. Ma lei aveva rifiutato il ricovero e si era fatta riportare a casa.

Un pudore antico. Perché Bonacatu Zucca non era voluta restare all’ospedale, quella sera? Semplice: quella donna riservata al punto da trovarsi quasi ai margini della comunità, pensava di non poter restare all’ospedale così, senza esser pronta, senza aver compiuto tutte quelle azioni che chiunque abbia esperienza di una mamma, nonna, o anziana sa bene. Ossia, aver curato e preparato la persona e gli indumenti, anche quelli intimi, nel modo dovuto. L’antica preoccupazione di presentarsi in ordine. La caduta, un evento imprevedibile, l’aveva colta di sorpresa. E lei non si sentiva a suo agio. Una forma di pudore forse antico, ma comune alle persone di una certa età.

Il secondo ricovero. Si era fatta riaccompagnare a casa dove viveva da sola. La sera un’assistente sociale era andata a trovarla. E lei stava male, aveva capogiri, nausee. L’avevano riportata al San Martino, dove però questo secondo passaggio non risulta. «Una mancanza, certo», ha ammesso lo stesso direttore generale della Assl Mariano Meloni. Ma non la si poteva operare, e lei era stata rimandata a casa.

Al centro anziani. Non poteva stare sola, e, non avendo famiglia, era stata portata al Centro anziani. Poi, il 16, l’intervento chirurgico. Tutto bene? Insomma. «Il 4 settembre aveva fatto la visita di controllo, e le sue condizioni erano nella norma», dice ancora Meloni. Ma dal 7 settembre la situazione era mutata. «Non mangiava più, era apatica. Ho insistito perché la ricoverassero all’ospedale di Nuoro», sottolinea il sindaco Gallus, che è anche medico.

La tac. Bonacatu Zucca è andata incontro a un progressivo deterioramento delle condizioni. Due giorni prima di morire, è stata sottoposta a una tac. Cosa abbia refertato l’esame, non è noto. Lo dirà l’inchiesta. Poi, la morte.

Le polemiche. Già all’indomani del primo ricovero, il sindaco aveva denunciato un comportamento ritenuto non lineare dell’ospedale di Oristano che aveva rimandato a casa la donna dopo il suo secondo arrivo al San Martino. «Emergono difficoltà legate alla sfera sociale e non sanitaria, l’ospedale può e deve dare risposte dal punto di vista sanitario e non sociale», aveva risposto la Ats-Assl.

Il paese. Il problema, forse, non era solo di natura sociale. Ora le cartelle cliniche sono state sequestrate e oggi la Procura deciderà quando restituire la salma ai familiari che peraltro vivono fuori Paulilatino.

Il paese attende di conoscere la data dei funerali, perché se è vero che Bonacatu Zucca ha vissuto gran parte della sua vita da sola, mai come alla fine è stata in compagnia, al Centro anziani. In tanti andranno a salutare questa donna riservata. Al punto da rifiutare un ricovero per il pudore di non presentarsi in ordine.

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