La Nuova Sardegna

Oristano

Genoni, ordinanza “salva lumache”

Genoni, ordinanza “salva lumache”

Il sindaco ne vieta la raccolta fino a marzo per tutelarne la riproduzione

19 settembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





GENONI. Anche quest’anno nel paesino del Sarcidano è vietata la raccolta delle lumache per tutto l’autunno e l’inverno. A stabilirlo è ancora una volta l’ordinanza “salva lumache “ del sindaco Roberto Soddu, che dispone il divieto di raccolta per il periodo che va dal 15 settembre fino al 31 marzo. Una misura che si è resa necessaria per tutelare le risorse ambientali, in particolare la fauna minore rappresentata, appunto, dagli elicidi, ma soprattutto per contrastare la raccolta indiscriminata da parte dei residenti e non solo, in assenza di una regolamentazione a livello nazionale, regionale e comunale. Il divieto ricade proprio nella stagione delle piogge, perché sulla base degli studi effettuati, sembra che sia proprio questo il periodo di riproduzione delle lumache nel territorio regionale, che inizia in corrispondenza dell'arrivo delle prime piogge, in prossimità della fine della stagione estiva e fino al mese di marzo compreso. Dal primo aprile, invece, la raccolta è consentita, ma con alcune limitazioni; non si potrà superare il limite dei 2 kg al giorno, per un massimo annuale di 12 kg per i non residenti e di 3 kg al giorno per un massimo annuo di 21 kg per i cittadini residenti. Multe salate per i trasgressori: 100 euro per chi viola il divieto di raccolta nel periodo stabilito dall’ordinanza e 50 euro per chi viola il limite di peso consentito. L’ordinanza prevede, inoltre, il divieto di vendita e acquisto con sanzione per chi vende e per chi compra. Il divieto di raccolta comporta certamente un sacrificio per i tanti estimatori; non a caso la Sardegna è da sempre tra le prime in classifica per consumo pro capite di lumache, che risulta otto volte maggiore rispetto alla media nazionale. E’ importante, però, tutelare questa preziosa risorsa sempre più a rischio estinzione. Oltre ad essere tra i maggiori consumatori, infatti, i sardi sono anche i maggiori importatori tra le regioni della penisola e circa il 70 per cento del prodotto arriva da Tunisia e Algeria.

Ivana Fulghesu

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative