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Oristano, spacciava nel cortile del liceo classico: arrestato

Enrico Carta
Il cortile del liceo classico De Castro
Il cortile del liceo classico De Castro

In manette e poi rilasciato un 19enne del Ghana richiedente asilo. Vendeva una dose di hascisc a una ragazza minorenne

26 settembre 2018
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ORISTANO. Due mani che si allungano e si scambiano qualcosa. Una passa dei soldi all’altra che ricambia con una piccola quantità di hascisc. È successo lo scorso venerdì mattina all’interno del cortile del liceo classico De Castro, ma una vicenda simile potrebbe accadere o forse è già accaduta in qualsiasi altro giorno dell’anno e in qualsiasi scuola superiore cittadina o negli immediati dintorni, dove la droga gira e, probabilmente, anche in quantità superiore a quel che si potrebbe pensare.

Quel passaggio di hascisc in cambio di soldi è stato però notato dagli agenti della Guardia di finanza che, durante tutta la mattina, seguivano i movimenti sospetti di Foude Sisse, ghanese di 19 anni, in Sardegna da richiedente asilo politico e al momento ospitato nell’agriturismo Is Cortillaris di Cabras che già accoglie altri migranti. Per più volte, secondo gli inquirenti, avrebbe ceduto della droga durante la mattinata piena di impegni e finita con le manette ai polsi. Fatale gli è stata quella puntatina al liceo classico, dove però difficilmente sembra sia finito per caso e altrettanto difficilmente per caso sarebbe stato avvicinato dalla studentessa minorenne che doveva acquistare la droga.

Stando alla ricostruzione fatta dagli agenti delle Fiamme Gialle vien da pensare che i due si conoscessero già, perché la ragazza è uscita da scuola e si è diretta proprio verso di lui. Gli ha passato cinque euro e in cambio ha ricevuto la dose di hascisc. Anche le azioni del ragazzo non erano quelle di chi passava lì per la prima volta. Aveva infatti individuato una mattonella non più aderente col terreno e lì sotto nascondeva qualche dose di “fumo” e i soldi. All’arrivo dei giovanissimi clienti sollevava la mattonella e quindi provvedeva a sollevare la mattonella e tirava fuori l’occorrente per servirli.

È la prima volta? Lo stabiliranno le indagini che non si sono fermate all’arresto in flagranza in seguito al quale Foude Sisse è finito di fronte al giudice per le indagini preliminari Annie Cecile Pinello dopo aver passato due giorni nel carcere di Massama. Il giudice ha stabilito che debba rispettare la misura dell’obbligo di dimora all’interno del territorio del Comune di Cabras, ma che, volendo, può lasciare l’Italia per far ritorno nel suo paese di origine. All’interrogatorio, assistito dall’avvocato Andrea Crobu, si è comunque avvalso della facoltà di non rispondere.

Non ha quindi fornito elementi utili agli investigatori coordinati dal pubblico ministero Valerio Bagattini, ma il sospetto pesante che sia stato solo il braccio ultimo di una già collaudata catena di montaggio è assai alto. Difficile che si possa essere procurato da solo la droga da spacciare, più probabile che ci sia qualcuno o un’organizzazione capace di agganciare i migranti ospiti della strutture di accoglienza e di convincerli a diventare parte attiva nel mercato dello spaccio di stupefacenti. E poco importano l’età del compratore e il luogo in cui avviene lo spaccio.

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