La Nuova Sardegna

Oristano

Moglie e figlia maltrattate imprenditore a processo

di Enrico Carta
Moglie e figlia maltrattate imprenditore a processo

A giudizio un oristanese: avrebbe anche puntato una pistola contro la ragazzina La difesa ribatte: accuse infondate nate dopo il divorzio tra i due coniugi

27 settembre 2018
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ORISTANO. L’inferno in casa. Questo sostiene il pubblico ministero Sara Ghiani che ieri ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di un imprenditore oristanese – non viene riportato il nome per tutelare le parti offese e in particolari i minori coinvolti in questa vicenda processuale – accusato di maltrattamenti in famiglia che sarebbero stati commessi ai danni dell’ex moglie e della figlia che, quando sarebbero iniziati era ancora alle scuole elementari. È una versione che l’accusato nega sin dal primo momento, ma per ora è arrivata la decisione del giudice per le udienze preliminari Silvia Palmas che ha deciso che per arrivare alla verità serve un processo.

La prima udienza è fissata per l’11 gennaio e da allora si capirà di più su quanto sarebbe accaduto all’interno delle mura domestiche visto che le versioni dei due ex coniugi non collimano. Il capo d’imputazione comunque parla chiaro e attribuisce al marito un ruolo di dominus violento all’interno della casa dove, dal 2012 al 2014 si sarebbero sprecati i maltrattamenti nei confronti dell’ex moglie, oggi parte civile assistita dall’avvocato Samantha Baglieri. Alle parole, in più di un’occasione, sarebbero seguite anche le botte, tanto che l’imputato è accusato di lesioni oltre che di maltrattamenti.

Il capitolo più drammatico, se la vicenda dovesse trovare conferme, è però quello legato alle vessazioni che avrebbe subito la figlia e che sarebbero durate sino al 2017 quando ormai la ragazzina non viveva più col padre, in seguito alla separazione tra i due genitori. In un’occasione, secondo quanto riporta il capo d’imputazione, il genitore non si sarebbe accontentato di denigrarla e di apostrofarla con parole pesanti, ma le avrebbe addirittura puntato una pistola contro. L’imputato aveva infatti la disponibilità di una dozzina di armi che gli sono state tolte per motivi di sicurezza e di pericolosità, nel momento in cui scattò la denuncia.

Questa è la ricostruzione fatta dall’accusa che si regge quasi per intero sulle dichiarazioni dell’ex moglie e della ragazzina. La difesa, affidata all’avvocato Roberto Martani, contesta la versione del pubblico ministero e della parte civile e ritiene il tutto frutto di attriti sorti, tra l’altro, dopo un divorzio consensuale tra la coppia e senza troppi scossoni al momento della fine del rapporto. Parte importante nel processo avranno anche i consulenti perché il caso è in mano agli assistenti sociali e a specialisti medici chiamati a capire se vi sia stata manipolazione da parte della madre nei confronti dei figli. Sono argomenti da battaglia processuale, per ora la certezza è il rinvio a giudizio.

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