La Nuova Sardegna

Oristano

Dialisi peritoneale, più qualità di vita

di Caterina Angotzi
Dialisi peritoneale, più qualità di vita

La Assl di Oristano è l’unica in Sardegna a praticare questa tecnica a domicilio

04 ottobre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. Sino al 2013 la dialisi peritoneale a Oristano non si praticava e i pazienti affetti da nefropatia che necessitavano di terapia sostitutiva, andavano a Nuoro o a Cagliari. È il primo dato emerso durante il workshop “La dialisi peritoneale a domicilio. Incontro con i medici di medicina generale e del territorio” che si è svolto nel Centro congressi di Cabras. L'incontro, nel quale sono stati forniti i dati relativi a cinque anni della pratica dialitica a domicilio in provincia, mirava anche a coinvolgere i medici di base nella collaborazione con la struttura complessa di Nefrologia e Dialisi di Oristano. «Quando sono arrivato nel 2012 – ha sottolineato il direttore della Nefrologia e Dialisi del San Martino, Antonio Maria Pinna – c'era una situazione critica a cui sopperiva il privato, ossia la Casa di cura. C'erano però delle professionalità che sapevano già trattare la dialisi peritoneale e abbiamo quindi pensato di avviare, in un centro dove si praticava solo emodialisi, un ambulatorio di pre dialisi, partendo dalla formazione del personale medico e infermieristico. Nel 2013 quindi c'è stato il primo paziente in dialisi peritoneale». Sino ad arrivare al 2018 con 20 pazienti della provincia che vivono grazie a questa tecnica sostitutiva. Con un grande vantaggio: fare la dialisi a casa e consentire più libertà ed autonomia, contrariamente all'emodialisi praticata in ospedale tre volte la settimana con sedute da quattro ore, con l'ausilio di reni artificiali, macchine altamente sofisticate che consentono la depurazione ematica dei pazienti. E con un risparmio sulla spesa sanitaria improntato sulla non ospedalizzazione. «Pian piano siamo cresciuti – ha aggiunto Pinna –. L'obiettivo ora è coinvolgere i medici di base, costruire un dialogo più aperto che renderebbe tutto più semplice». I dati relativi all'ultimo rilevamento del 2015 in Sardegna parlano di 1444 pazienti in dialisi, di cui 120 in peritoneale. Nel 2018 i nefropatici in dialisi peritoneale sono 155. «La Assl di Oristano è l'unica a fare la dialisi peritoneale, con tre infermiere che seguono esclusivamente questi 20 pazienti – ricorda il direttore della struttura complessa – e ci sono molti centri in Sardegna dove ancora non si pratica». Si tratta di una pratica dialitica in cui è senza dubbio fondamentale la formazione del personale medico e infermieristico ma anche e soprattutto è determinante l'educazione dei pazienti alla cura e alla gestione della patologia cronica. Tra i 60 e gli 80 l'età media dei pazienti in dialisi con nuovi ingressi in terapia che parlano di over 65. È tra una fascia di pazienti di minor età che la dialisi peritoneale (cosi chiamata per l'accesso addominale allo scambio dei liquidi che depurano il sangue, attraverso il peritoneo ) si afferma con successo. «Ne abbiamo molti giovani – fa sapere l'infermiera Cristiana Farina – che con questa metodologia riescono a gestire meglio la loro vita e noi li seguiamo scrupolosamente». Ma emerge anche un altro dato che rincuora rispetto all'idea di una terapia pesante come quella della dialisi: la dialisi peritoneale consente di tenere meglio sotto controllo uno stato di salute tale da poter arrivare in maniera ottimale al trapianto di rene.

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative