La Nuova Sardegna

Oristano

I cento anni della diga di Santa Chiara

Davide Pinna
La diga di Santa Chiara
La diga di Santa Chiara

Un convegno sull'opera che cambiò la vita di migliaia di persone

08 ottobre 2018
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ORISTANO. Quando si parla di grandi opere è facile cadere nella trappola della retorica e iniziare a sciorinare numeri e primati, ma il convegno sui 100 anni della diga di Santa Chiara che si è tenuto sabato pomeriggio all'Hospitalis Sancti Antoni di Oristano ha evitato con successo questo pericolo. I lavori per la costruzione dello sbarramento artificiale di Santa Chiara, nel territorio di Ula Tirso, ebbero inizio nel 1918 e l'opera, alla quale lavorarono 16 mila persone e anche 400 prigionieri di guerra austriaci, fu certamente grandiosa ed ebbe vari primati, fra i quali quello di essere stata per lungo tempo la diga più alta al mondo e di aver dato origine a quello che per decenni fu il lago artificiale più grande d'Europa. Il convegno, moderato dall'ex sindaco di Sedilo, Umberto Cocco, e organizzato dall'associazione Paesaggio Gramsci e dal Comune di Ula Tirso, con il patrocinio del Comune di Oristano, si è concentrato però su un altro aspetto: l'impatto che la diga ebbe sulle persone e le comunità. Non solo quelle del Guilcer e del Barigadu, che sul lago oggi si affacciano, ma anche quelle della piana del Tirso fino a Oristano e del Terralbese.

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