La Nuova Sardegna

Oristano

È cieca: assolta una dipendente della Assl

Enrico Carta
È cieca: assolta una dipendente della Assl

Le perizie smontano l’accusa: non era una falsa invalida. Da restituire anche 70mila euro trattenuti dallo stipendio

20 ottobre 2018
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ORISTANO. Ci sono voluti tutti i migliori esperti di oculistica in Sardegna. Alla fine però la verità è venuta a galla e si è accompagnata all’assoluzione. Più ancora è stata cancellata l’etichetta di truffatrice che Angela Pinna, 52 anni dipendente dell’Assl, si portava appresso. Era stata definita una falsa cieca nel momento in cui era stata denunciata dalla Guardia di Finanza che andava a caccia di falsi invalidi. A trarre in inganno gli investigatori era stato il fatto che camminasse e si muovesse senza troppe difficoltà anche per strada. Non tenevano conto del fatto che anche chi viene classificato come totalmente cieco può avere dei residui visivi laterali che gli consentono di muoversi in luoghi che già conosce o in ambienti familiari.

A chi indagava era sembrato strano che Angela Pinna riuscisse a camminare senza difficoltà all’uscita e all’arrivo al posto di lavoro. In realtà, lo sviluppo di questa capacità si matura con gli anni anche in presenza di problemi di vista così gravi. Il resto del corpo si adegua e, grazie proprio ai residui visivi laterali, gli altri sensi riescono a garantire quel minimo di autonomia e indipendenza che, in alcuni casi, fanno sembrare che la cecità sia solo un’invenzione.

Il processo di fronte al giudice monocratico Francesca Falchi è durato diverse udienze. Il pubblico ministero aveva prodotto filmati, raccolto testimonianze e presentato perizie per dimostrare che quel certificato rilasciato dalla commissione sanitaria pubblica era stato ottenuto con l’inganno. A suon di perizie però la difesa, affidata all’avvocato Gianfranco Siuni, ha riconquistato terreno arrivando a dimostrare che quanto sosteneva la pubblica accusa non avesse un fondamento medico scientifico. Alla fine lo stesso pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione. Angela Pinna non è quindi da etichettare come falsa invalida e tanto meno da condannare. Di più, avrà quasi certamente indietro in tempi rapidi i soldi che sin qui le erano stati trattenuti dallo stipendio. Doveva essere il modo con cui lo Stato intendeva riprendersi la pensione di invalidità percepita, secondo l’inchiesta, senza che ne avesse diritto. Ora quei 70mila euro andranno restituiti e l’avvocato Gianfranco Siuni presenterà immediatamente la richiesta. C’è dell’altro: in tutto il tempo necessario per svolgere il processo, Angela Pinna non ha percepito la pensione d’invalidità. Altri soldi da recuperare.

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