La Nuova Sardegna

Oristano

Al Consorzio rifiuti a cielo aperto

di Caterina Angotzi

La strada come una discarica. Il direttore Siddu: noi puliamo, difficile scoprire gli incivili

26 ottobre 2018
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SANTA GIUSTA. Strati di rifiuti depositati negli anni. Il segno inconfondibile dell'inciviltà ha stazionato sistematicamente a cielo aperto. Dove? Nell'area consortile di Oristano, strada che conduce al porto industriale, la Provinciale 97. Una zona che non è di competenza né del comune di Santa Giusta né di quello di Oristano. O meglio, la pulizia la manutenzione e la cura della strada, sarebbero della Provincia, ma siccome quel tratto era stato costruito dal Consorzio Industriale, all’ente è rimasta la competenza della pulizia delle fasce laterali.

Di fatto è stata e continua ad essere la meta preferita degli scaricatori selvaggi ed incontrollati di immondizia. Quattro i punti nel corpo Nord dell'area industriale dove si sono accumulati rifiuti di ogni tipo e tredici nel corpo centrale. Somma di una mappatura fatta dai tecnici del Consorzio per poter intervenire ed assegnare ad una ditta specializzata l'incarico di risanare la zona. «Ci sono arrivate diverse segnalazioni – ha spiegato il direttore del Consorzio industriale, Marcello Siddu – e noi stessi abbiamo pattugliato le zone nella speranza di capire chi fossero gli avventori incivili ma intervenire in tal senso è impossibile. Anche perché non è che si immediato e semplice rimuovere dei rifiuti: occorre avere mezzi e uomini autorizzati. Abbiamo più volte segnalato il fenomeno alla Forestale e alla polizia municipale di Santa Giusta e Oristano ma di fatto i rifiuti lì erano e lì sono rimasti».

La pulizia in quell'area comunque spetta al Consorzio Industriale. «Una volta fatta la mappatura abbiamo affidato i lavori alla Tharros Marittima – ha detto Siddu – che è una ditta specializzata per questi interventi e che opera in area portuale».

Tre tonnellate di rifiuti raccolti e differenziati, in soli tre giorni. Ma i tempi si stimano intorno ai sessanta giorni per l'ultimazione del primo intervento. E la speranza è che nel frattempo non se ne accumulino altri. Visto che il giorno dopo che abbiamo ripulito il primo tratto – fa sapere un operatore della Tharros Marittima – c'era nuovamente un sacco pieno di immondizia».

Di tutto, la gente scaraventa indistintamente nell'area industriale materassi, wc, pneumatici, ferri vecchi, eternit e tanto altro. E qualcuno è persino poco furbo. «In alcune buste abbiamo rinvenuto bollette degli usi civici – dice ancora Marcello Siddu – quindi abbiamo convocato gli intestatari ma ovviamente hanno trovato giustificazioni. Bisogna coglierli in flagranza e non è semplice». E siccome “nessun è stato”, spetta al proprietario del tratto in cui si trovano i rifiuti, ripulire la zona e a proprie spese. « Siamo intervenuti grazi ad un finanziamento della Regione per la rimozione dei rifiuti abbandonati – spiega Siddu – e contiamo di limitare il fenomeno di discarica abusiva con un sistema di videosorveglianza che partirà a breve». Un intervento complessivo che vedrà l'impiego di poco più di 95mila euro. Intanto i rifiuti vengoo divisi per codice CER (Codice Europeo del Rifiuto) e conferiti nelle diverse discariche.

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