La Nuova Sardegna

Oristano

Il sindaco media con i cavalieri

di Simonetta Selloni
Il sindaco media con i cavalieri

Ancora nessun accordo tra Fondazione, Gremi e Associazione sul numero dei partecipanti alla corsa

31 ottobre 2018
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ORISTANO. La terra di mezzo tra la Sartiglia come la vorrebbe la Fondazione e come invece chiede che sia l’Associazione cavalieri, ha due confini. Il primo è la volontà espressa dall’Associazione, che ha votato per mantenere il numero di 120 cavalieri da selezionare. Il secondo è la pazienza della Fondazione che aspetta proposte concrete da parte dei cavalieri rispetto alla sua idea di Sartiglia, esplicitata dal presidente Angelo Bresciani: «Crediamo che si possa fare con 90 cavalieri, per renderla più agile nei tempi e nella complessiva sostenibilità».

Perché “pazienza”? Perché lunedì si è riunito nuovamente il Comitato tecnico composto da Fondazione, Gremi, Comune, e anche dall’Associazione cavalieri. Ma l’Associazione non c’è andata: il suo presidente, Francesco Castagna, aveva impegni. Di conseguenza, sul punto cruciale del numero dei sartiglianti per la corsa alla stella 2019 non è stato possibile raggiungere un accordo. Non che la Fondazione non voglia discutere. «Se ci si parla, se ci si incontra, si può trovare una soluzione», sottolinea Bresciani. Ma se l’Associazione cavalieri salta gli appuntamenti è difficile incontrarsi, mancando uno degli interlocutori. Al quadro si è aggiunto un tassello: il sindaco Andrea Lutzu ha deciso di ascoltare i cavalieri, e li ha convocati, tutti quanti, per martedì prossimo 6 novembre nella sala consiliare del Comune.

A questo punto, il dibattito sul numero dei cavalieri si sposta in aula consiliare. E sarà qui che verranno esposte le proposte dell’Associazione. «Noi abbiamo votato per il numero di 120 cavalieri da selezionare attraverso l’esecuzione di prove che dovranno essere valutate, con un punteggio finale che non potrà essere inferiore al 6. La sufficienza storica, come a scuola» spiega Castagna. Insomma, i cavalieri si sottoporrebbero a un giudizio da parte di una commissione di esperti e qualora una pariglia non raggiungesse la sufficienza, il numero di partecipanti scenderebbe in maniera fisiologica. Almeno questa la teoria.

«Vorrei chiarire un concetto: la Fondazione Sa Sartiglia è strutturata e organizzata per una corsa a 120. Cambiano però le logiche. Noi vorremmo che ci fossero regole condivise per rendere la Sartiglia uno spettacolo più fruibile per tutti», è il pensiero di Bresciani. La “quota 90” consentirebbe di offrire un evento più qualificante. Meno corse alla stella, più spazio per pariglie in sicurezza senza la paura del buio incombente. C’è poi anche da definire, in caso passasse la linea dei 120 cavalieri da selezionare, chi li selezionerà e con quali criteri. «La Sartiglia è un grande spettacolo, che ha attori, i cavalieri, registi, i Gremi, e un produttore che è la Fondazione – spiega Bresciani –. Vogliamo che la Sartiglia si svolga nel migliore dei modi, andando oltre le polemiche».

Polemiche, appunto. L’edizione passata, tra antidoping, inchieste e lo sciopero delle pariglie della domenica, costituiscono una ferita ancora aperta. «Con tutte queste difficoltà, compresa la restituzione di 12mila euro per i biglietti delle pariglie, la Fondazione è sana. Chiudiamo il bilancio consuntivo 2017 con 18mila euro di attivo. Per fare la Sartiglia spendiamo 500mila euro, di cui la metà trovati dalla Fondazione: il resto, 140mila euro dalla Regione – che li dà l’anno dopo – e 100mila del Comune. Ecco perché lavoriamo per migliorare la corsa. Con regole condivise ma soprattutto chiare», conclude Bresciani. E se 120 cavalieri dovranno essere, l’auspicio è che il “sei storico”, da attribuire alle pariglie, non diventi un sei politico.

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