La Nuova Sardegna

Oristano

Il centro storico apre ai mosaici

di Davide Pinna
Il centro storico apre ai mosaici

Dopo il riconoscimento all’architetto Loddo interviene l’urbanista Carta: il requisito è la qualità

01 novembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Il Consiglio comunale ha deciso all’unanimità di attribuire un riconoscimento pubblico all’architetto Antonio Loddo per la realizzazione di alcuni mosaici nella via Contini. La decisione arriva dopo un ordine del giorno proposto dai consiglieri Federico, Obinu, Masia, Cadau, Uras, Puddu, Pecoraro, Riccio e Sanna.

Lo sviluppo del centro storico è un elemento fondamentale per le prospettive di una città che ha anche aspirazioni turistiche e culturali, come Oristano. In questi ultimi tempi l'attenzione si concentra soprattutto sulle periferie, grazie al piano di Oristano Est, ma il centro di Oristano resta il suo cuore pulsante. «Il centro storico si evolve continuamente – spiega Massimo Carta, architetto e docente di urbanistica dell'Università di Firenze e coordinatore della squadra di professionisti che ha lavorato al Piano particolareggiato del centro storico – si trasforma, negli usi, nell'età dei materiali, nella composizione degli abitanti e delle attività, nella percezione, nei rapporti ad esso interni e con parti vicine o anche lontane della città e del territorio. Non è ipotizzabile, né auspicabile, una conservazione integrale. Ma occorre che evolva nella direzione di una crescita della sua qualità generale».

All'interno del bando Lavoras, finanziato dalla Regione con 752mila euro, gli assessori alla Cultura e all'Artigianato, Massimiliano Sanna e Pupa Tarantini, hanno inserito un progetto di riqualificazione di immobili del centro attraverso l'installazione di mosaici realizzati con materiali della tradizione architettonica oristanese. L'arte musiva, così si definisce ciò che attiene ai mosaici, non appartiene alla tradizione oristanese, ma ha sicuramente riscosso grande consenso dopo le opere realizzate dalla Prgt Restauri sul muro di cinta della casa dell'architetto Antonio Loddo, in via Diego Contini, e che in passato ha rappresentato uno dei punti più vivi e frequentati della città, perché là abitava nel Settecento Damiano Nurra, primo Marchese d'Arcais e perciò feudatario di tutte le terre dei tre Campidani che circondano Oristano. Ma se i mosaici non appartengono alla tradizione oristanese, la loro realizzazione è compatibile con il contesto storico, artistico e paesaggistico del centro storico di Oristano? La risposta di Carta sposta l'attenzione su un altro aspetto: qualsiasi forma d'arte nel centro di Oristano va disciplinata, ma non si può impedire che «un mosaico di qualità, ben inserito nel manufatto, che abbia un significato urbano elevato, sia realizzato». In ogni caso Carta spiega che il Comune ha tutti gli strumenti per effettuare le opportune verifiche: «il Comune, con le competenze che possiede negli Uffici, eventualmente attivando un dibattito o chiedendo pareri esperti, e nel quadro delle prescrizioni del Piano, può decidere se realizzare o meno un mosaico, così come altre opere di “arte” che trasformino in qualche proporzione la qualità dello spazio pubblico». La questione non è oziosa, perché i privati devono sottostare a regole stringenti per l'allestimento delle facciate di loro proprietà all'interno del centro. Il punto però non è cosa si realizza, spiega Carta, ma il suo valore: «Il piano serve per evitare i comportamenti scorretti, ma deve lasciare i margini per i comportamenti virtuosi, anche se tutti non li può prevedere».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’iniziativa

Il porcetto sardo in corsa per la denominazione Igp

Le nostre iniziative