La Nuova Sardegna

Oristano

Povertà a Oristano: una roulotte e due vite ai margini

di Eleonora Caddeo
Povertà a Oristano: una roulotte e due vite ai margini

La storia di Francesco, Anna e del loro cagnolino Kleby tra quattro lamiere e i disagi quotidiani

01 novembre 2018
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ORISTANO. Vento, fulmini e pioggia fanno più paura quando l’unico rifugio è una roulotte in viale Repubblica. Quattro lamiere, senza più ruote, ancorate su blocchetti, senza acqua, luce e bagni. E così il maltempo amplifica ancora di più una storia di emarginazione, quella di Francesco Fragale, 50 anni, originario di Crotone, a Oristano dal 2011. Dal 2015 è ufficialmente residente in città e vive in viale Repubblica, nella roulotte accanto a quella dove sino a qualche settimana fa abitava il signore slavo morto il 19 ottobre. Il suo unico riparo, nei giorni di bufera, è diventato ancora più fatiscente e pericoloso.

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Oltre ai temporali, il vento si è abbattuto sulla roulotte, strappando i tiranti con cui era fissato un telone impermeabile messo a protezione del soffitto. La pioggia ha fatto il resto, allagando il pavimento e facendo sprofondare ancora di più i pannelli di copertura. Una situazione «disumana» come racconta Francesco Fragale che ha paura per sé, per la compagna Anna e il cagnolino Kleby, con cui condivide quella baracca di lamiere da circa due anni. «Sta venendo giù tutto – racconta, mostrando l’interno della roulotte –. Piove dentro. Usiamo una bacinella, che di solito utilizziamo per lavarci, per raccogliere un po’ d’acqua, ma è tutta sul pavimento».

Due gradini di ferro e una porticina color panna separano la vita normale da una di privazioni. Il piano cottura è un fornellino a gas da campeggio, ma gli alimenti scarseggiano. «Quando non c’è altro mangiamo pane e cipolla», non esita a raccontare. Di fronte alla cucina, il bagno, una porta oltre la quale ci sono solo uno specchio e contenitori in polistirolo che fungono da servizi igienici. Pochi passi più in là un letto, protetto alla bell’e meglio dalle infiltrazioni che allagano il pavimento e la cuccia.

Eppure queste lamiere che raccontano emarginazione e difficoltà non hanno scalfito l’integrità e la volontà di riscatto. «Sono nullatenente – racconta Francesco Fragale –, non ho una casa e un lavoro, ma non vado a chiedere l’elemosina o a rubare». Per anni ha fatto il muratore a Parma, poi dei problemi di salute lo hanno limitato nel lavoro. È arrivato a Oristano nel 2011, con la compagna Anna su suggerimento di un'amica. «Abbiamo dormito per tre anni in stazione, all’aperto. Questa roulotte, nonostante sia malandata, ci ha tolto dalla strada, ce l’ha regalata un amico di Samugheo». Le richieste al Comune sono state tante, ma al momento non quelle sperate sono le risposte: «Mi sono rivolto ai servizi sociali per una casa e un lavoretto. Ora mi hanno dato il reddito di inclusione, 180 euro al mese. Sono 6 euro al giorno, per campare io, la mia compagna e nostro figlio a quattro zampe. Non è vita questa».
 

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