La Nuova Sardegna

Oristano

Turismo, un’opzione spesso dimenticata

Turismo, un’opzione spesso dimenticata

La cooperativa offre ancora un servizio parziale. «Vorremmo avere anche strutture d’accoglienza»

04 novembre 2018
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CABRAS. Uno stagno bellissimo ma mai abbastanza sfruttato dal punto di vista turistico. Dimostrare le enormi potenzialità non è difficile, basta partire dall’ittiturismo che sorge nella peschiera. Con diciotto posti di lavoro e un fatturato annuo che supera il milione di euro: l’ittiturismo della peschiera Mar’e Pontis è una grande risorsa anche per l’indotto. Lo spiega il responsabile della struttura: Salvatore Carrus: «Noi serviamo pasti, organizziamo banchetti e dal nostro lavoro cresce anche una rete di indotto importante. Ad esempio, non abbiamo posti letto, dunque, chi vuol soggiornare, si rivolge agli alberghi e alle altre strutture ricettive della zona», dice. Però vorremo poter offrire un servizio più completo e ampio. Fra i tanti progetti del Consorzio Pontis, c’è ad esempio, il ripristino della vecchia peschiera, dove appunto sorge l’ittiturismo. «È una struttura antica: le camere della morte risalgono al Medioevo – spiega Gianni Usai – e sarebbe fantastico far conoscere ogni fase della pesca ai clienti della struttura. La peschiera, poi è tutta di pietra e legno, ma le passerelle vanno messe in sicurezza e così, non sono fruibili per i visitatori». Il presidente del Consorzio, Giuliano Cossu, aggiunge: «In realtà noi un progetto di valorizzazione e diversificazione dell’attività della pesca lo abbiamo da molto tempo. Ad esempio – dice – sarebbe bellissimo portare i turisti a visitare lo stagno e le sue zone limitrofe. L’ambiente è straordinario e si presta tantissimo al turismo fuori stagione. Si potrebbero così creare posti di lavoro per guide professioniste, ma senza le risorse, i progetti non si possono realizzare. E il risultato è che questo ambiente naturale, così prezioso, degno di una vacanza, in realtà resta inaccessibile, anche se va detto che in diverse occasioni è capitato che noi pescatori ci improvvisassimo guide turistiche, ma ovviamente, farlo in maniera organizzata e strutturata sarebbe ben altra cosa». «In realtà – aggiunge Cossu – avremo anche voluto realizzare un secondo ittiturismo perché le potenzialità ci sono e questo significherebbe nuovi posti di lavoro». (m.c.)

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