La Nuova Sardegna

Oristano

nuraxinieddu 

Campo da calcio inutilizzabile

Campo da calcio inutilizzabile

La recinzione è stata installata troppo vicina al terreno di gioco

07 novembre 2018
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NURAXINIEDDU. Una recinzione ballerina, oggi in parte divelta, sicuramente non in regola. È la storia recente del campo di Nuraxinieddu che peraltro, fra quelli delle frazioni, è quello che è riuscito a restare utilizzato per più tempo, perché fino a qualche anno fa vi si allenava e giocava le sue partite l'Asd Rugby Oristano. Poi il rugby si è trasferito a Torangius e a Nuraxinieddu c'era il progetto di rimettere in piedi la Nembo, squadra di calcio che negli anni passati rappresentava il paese nelle competizioni regionali, ma – come succede spesso – le difficoltà hanno sormontato la buona volontà e il progetto era rimasto solo sulla carta. A quel punto la struttura era rimasta inutilizzata e si erano registrati vari episodi di vandalismo all'interno degli spogliatoi. Quest'anno si era riaffacciata un'ipotesi di rinascita, ma stavolta a mettersi di traverso è stata la recinzione che circonda il campo da gioco. Dopo l'addio del Rugby Oristano il campo è stato oggetto di lavori di recupero, che hanno riguardato anche la recinzione. C’era una società sportiva oristanese interessata a utilizzare il campo per il settore Juniores, ma a quanto pare è arrivato lo stop dalla Federazione gioco calcio: la distanza fra la recinzione e le linee di bordo campo è inferiore alla norma, avrebbero detto dagli uffici cagliaritani della federazione.

Il fatto è che, per quei lavori di rifacimento, il Comune ha utilizzato soldi pubblici e, se proprio quei lavori hanno reso inutilizzabile la struttura, è chiaro che sorge un problema. Dagli uffici comunali non arriva una posizione chiara: «La storia dei lavori sulla recinzione del campo di Nuraxinieddu è estremamente accidentata. La società sportiva coinvolta nei lavori ha modificato più volte il progetto e noi ci siamo adeguati, ma con tutte quelle modifiche e ritrattazioni è difficile capire se e quando è stato sbagliato qualcosa – spiega l'ingegner Alberto Soddu – In ogni caso crediamo che, riducendo le dimensioni del campo si possa rispettare la distanza di un metro e mezzo».(d.p.)

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