La Nuova Sardegna

Oristano

La Uil: «Il San Martino va potenziato, adesso»

di Michela Cuccu
La Uil: «Il San Martino va potenziato, adesso»

Il segretario Zucca preoccupato per il futuro: «Se ha valenza provinciale deve avere più servizi»

07 novembre 2018
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ORISTANO. «Gli ospedali territoriali non vanno smantellati, ma mantenuti, potenziati e migliorati: è un diritto dei cittadini. Serve però una programmazione che non nasca da frettolose decisioni pre-elettorali: rischiamo che per assurdo si riducano i servizi del San Martino».

Michele Zucca, segretario territoriale della Uil-fp, si inserisce nel dibattito sul destino della sanità pubblica nell’Oristanese. «La nostra posizione potrebbe apparire contro corrente, ma in realtà non lo è – dice – quello che ci preme è far sentire alla Regione che questo territorio non può continuare ad essere considerato come marginale ed essere privato di servizi fondamentali».

Zucca non nasconde la forte preoccupazione per il futuro dell’ospedale di Oristano: «Se è vero che il nosocomio ha valenza provinciale, non si capisce per quale motivo si continuino a cancellare servizi importantissimi come di recente è accaduto con la Patologia neonatale. Non vorrei che questo sia il primo passo verso la soppressione del punto nascite. Le donne, in virtù della mancanza del servizio di patologia, potrebbero decidere di non partorire più a Oristano e rivolgersi agli ospedali di Cagliari o Nuoro: il calo dei parti darebbe così il via libera a ulteriori progetti di ridimensionamento del San Martino».

Secondo la Uil la sanità pubblica oggi è fortemente condizionata dalla mancanza di personale. Zucca fa l’esempio del servizio di Emodinamica che funziona 8 ore al giorno: «Dovrebbe essere operativo 24 ore su 24: cosa impossibile con un organico di soli tre specialisti».

C’è anche la questione della Chiurgia «ancora priva del direttore», e poi c’è il problema del personale infermieristico: «Stanno assumendone di nuovi ma non si capisce perché ai dirigenti si facciano unicamente contratti a termine, impedendo qualsiasi programmazione».

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