La Nuova Sardegna

Oristano

Stop all’abbandono di carcasse animali

Busachi, convenzione dell’Unione del Barigadu per uno smaltimento regolare

09 novembre 2018
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BUSACHI. L'abbandono nelle campagne delle carcasse animali rappresenta un potenziale rischio per l'ambiente e per la salute pubblica, un problema che ha da tempo assunto dimensioni preoccupanti nelle zone rurali e al quale l'Unione del Barigadu vuole mettere un freno. La strada intrapresa è quella di sensibilizzare gli allevatori e in generale i proprietari di animali sull' importanza del corretto smaltimento. In questo percorso gli operatori vengono accompagnati ricevendo un supporto informativo sulle normative europee e nazionali e delle agevolazioni mirate ad abbattere dei costi. La soluzione alla quale le amministrazioni locali stanno lavorando è il ritiro, a costi ridotti, dei capi morti direttamente nelle aziende. Lo sgravio sarà subordinato alla stipula di polizze assicurative individuali e alla disponibilità di fondi integrativi rappresentati dai finanziamenti specifici previsti dall' Unione europea e dalle risorse finanziarie che metterà in bilancio (20mila euro) l'Unione del Barigadu. L'operazione passa attraverso una sorta di patto d' impresa tra l'ente amministrativo, una ditta specializzata nello smaltimento dei sottoprodotti di origine animale e una compagnia di assicurazioni. I tre soggetti si ritroveranno per analizzare ogni aspetto dell'operazione nella riunione in programma il 12 novembre nella sede di via Giolantine. «La normativa europea va in questa direzione – sottolinea Giovanni Orrù, il primo ad aver sollevato il problema – ci ritroviamo bestie morte sotto i ponti e nei corsi d'acqua, il comune di Busachi riceve le segnalazioni dal corpo forestale e interviene sostenendo ogni volta costi non indifferenti». Il ritiro “a domicilio” delle carcasse ovvierebbe a tutti i problemi ma in molti casi è proprio l'aspetto economico a pesare sulle scelte dei proprietari di capi ovini, vaccini, equini e suini che si disfano degli esemplari morti gettandoli via. «Una convenzione permetterebbe invece di abbattere notevolmente le spese», spiega Giovanni Orrù riportando degli esempi. «Chi possiede 150 capi arriverebbe a pagare al massimo 70-80 euro all'anno, chi alleva 300 animali ne spenderebbe circa 150».(mac)

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