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sport estremi 

Il racconto di Abbate dal limite dell’Europa

di Roberta Fois
Il racconto di Abbate dal limite dell’Europa

ORISTANO . Ha raccontato la sua impresa nella sala consiliare del Comune di Oristano lo scorso venerdì sera Mauro Abbate che da piazza Eleonora ha percorso quasi 7.500 chilometri in 97 giorni fino ad...

11 novembre 2018
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ORISTANO . Ha raccontato la sua impresa nella sala consiliare del Comune di Oristano lo scorso venerdì sera Mauro Abbate che da piazza Eleonora ha percorso quasi 7.500 chilometri in 97 giorni fino ad arrivare a Capo Nord con il triathlon più lungo del mondo. Un trinomio di pedalata, nuoto e corsa che ha messo alla prova il triatleta trentenne dallo scorso 27 maggio, quando è partito in sella alla sua bici scortato dagli agenti della Polizia Locale e da tanti ciclisti oristanesi che hanno voluto accompagnarlo nei primi passi della sua impresa. «La partenza mi ha dato una carica enorme per intraprendere il viaggio, ma i momenti difficili sono stati tanti – racconta Abbate – il primo c'è stato a una settimana dopo l'inizio, sono partito stanco e stressato dall'organizzazione ma ero talmente carico di emozioni da non accorgermene. Quando l'adrenalina si è affievolita si è smorzato anche l’entusiasmo, ma per fortuna ho incontrato quasi subito un amico che ha pedalato per un piccolo tratto insieme a me risvegliandomi dal torpore con la sua energia. Poi l'Italia era già finita, cambiava il paesaggio, era nuovo e bello e mi sono riattivato». Dopo aver percorso lo stivale italiano ed essere arrivato al circolo polare artico in Norvegia in bicicletta, Mauro ha sfidato le gelide e turbolente acque che bagnano le coste delle isole Lofoten. Solo durante questa fase di nuoto Mauro è stato affiancato da un team di supporto a terra e da un gommone che lo ha seguito per questioni di sicurezza. «Il camper ci ha seguito solo per pochi giorni – prosegue -– poi io e Lorenzo Barone, che mi seguiva remando con il gommone, siamo rimasti soli. Non eravamo mai certi di arrivare alla fine, avevamo spesso la corrente contro, il mare era agitato e carico di meduse e in più era difficilissimo gestire il gommone e portarlo dentro e fuori dall'acqua a causa dei repentini cambi di marea che quasi sempre rendevano il trasporto più che complicato. I tempi erano stretti, poche le riserve di cibo e rischiavo di rimanere senza il supporto di Lorenzo che doveva ripartire». Superata nonostante gli ostacoli la fase di nuoto Mauro si è trovato davanti alla sfida più ardua, camminare con in spalla uno zaino di 15 chilogrammi fino a raggiungere il punto più a nord d'Europa nell’isola di Magerøya. «La parte più bella è stato il calore della gente durante tutto il viaggio – conclude Mauro Abbate – senza le persone che mi hanno incoraggiato non sarebbe stato lo stesso. Se non avessi fatto questo viaggio avrei avuto un rimpianto. Ho dimostrato a me stesso e ad altri che certe cose che si pensa siano impossibili se ci si impegna e si ha la volontà si possono fare. Gli obiettivi difficili sono solo traguardi che aspettano di essere raggiunti».

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