La Nuova Sardegna

Oristano

Via Arborea divisa dal cantiere: i disagi dei residenti

di Eleonora Caddeo
Via Arborea divisa dal cantiere: i disagi dei residenti

Trecento metri di strada sbarrati dalle transenne Da una parte accesso a case e attività, dall’altra il disastro 

11 novembre 2018
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ORISTANO. Sotto scacco. La partita in questione non si gioca su una tavola a bianca e nera, ma in appena trecento metri di strada, quelli di via Arborea, storica sistemazione, insieme a via Aristana, del mercatino rionale dei quartieri Sacro Cuore e Sant'Efisio. A minacciare le sorti della popolosa via non ci sono delle pedine, non una regina o un alfiere. Da venerdì sera, a dividere la via, ci sono delle moderne barricate, erette con recinzioni metalliche, blocchetti di cemento, e reti arancioni. Sono state posizionate per l'allestimento del cantiere che, nei prossimi giorni, darà il via ai lavori di riqualificazione urbana della zona. Opere comprese nel maxi progetto Oristano Est, che, una volta concluse, cambieranno il volto via Aristana, via Arborea e dell'area delle ex case minime di Via Palmas. Ma, per il momento, hanno sollevato un polverone tra residenti e attività commerciali. Già prima di entrare a piedi nella strada si deve fare una scelta: destra o sinistra? E non si tratta di orientamento politico, ma più semplicemente di scegliere su quale lato stare, perché una volta imboccato il marciapiede prescelto, per andare nell'altro bisognerà circumnavigare il perimetro del cantiere, allestito su tutta la via. Un casereccio e apolitico muro di Berlino, che divide la strada in due categorie: servita e non servita. Dal lato sinistro (rivolgendo lo sguardo verso via Palmas) la situazione è normale. La raccolta rifiuti è regolare, i parcheggi pochi ma presenti, la possibilità di arrivare di fronte casa con la macchina, magari per scaricare la spesa, o l'accesso di mezzi di emergenza è garantito dalla corsia temporanea adibita per le auto. Tutta un'altra strada, e storia, sembra essere quella dei residenti del lato opposto che lamentano di non aver garantiti nemmeno i servizi essenziali. «Sono due giorni che non ritirano la spazzatura - dice Marilena Piras - pago il passo carrabile e non posso utilizzarlo, ho il camper bloccato in garage». «Non hanno ritirato il cartone, né il secco, né l'umido», dice Giovanna Cao. «Vanno bene i lavori, ma i servizi devono essere garantiti», fanno eco Raffaela Mele e Emma Piras. «Si dovrebbero organizzare con mezzi più piccoli - spiega Marco Deriu - ma glielo dobbiamo dire noi?». Una situazione surreale alla quale i residenti dovranno a quanto pare farci il callo. «Vi dovrete abituare ci hanno detto gli operai- racconta Gianni Mereu - non mi lamento dei lavori, ci voleva solo più buon senso, chiudere la via a pezzi e garantire i servizi essenziali». Non va meglio per le attività commerciali. «Come faccio a caricare e scaricare l'attrezzatura - si domanda il titolare dell'agenzia funebre Pisano - mi porto la cassa in spalla? I clienti come arrivano?». Domande che si pone anche il vicino calzolaio. «I clienti erano abituati alla comodità di fermarsi lungo strada - dice Cristian Saba - ora sarà un problema». Maurizio Camba, rivenditore di biciclette prosegue: «quando vengono a scaricare le bici o i clienti, dove passano?». Tra i residenti ci sono anche tanti anziani, e per loro le barriere del cantiere diventano quasi insormontabili. «Sembra di essere tornati agli anni '40 - scuote la testa Ignazio Casu, novantenne - avevo la macchina dall'altro lato, ho provato ad andarla a prendere ma a metà strada le gambe non reggevano».

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