La Nuova Sardegna

Oristano

Un dossier sui malanni della sanità oristanese

di Simonetta Selloni
Un dossier sui malanni della sanità oristanese

Cittadinanza attiva scrive al direttore generale dell’Ats e segnala carenze e disfunzioni del sistema

13 novembre 2018
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ORISTANO. Una settimana fa, la denuncia dell’Ordine dei medici di Oristano sulla chiusura della Patologia neonatale. Personale insufficiente, carenza di macchinari: i neonati in difficoltà sono diventati emigrati della sanità. Ora, nella mail del direttore generale della Ats Fulvio Moirano arriva anche il dossier di Cittadinanza attiva, firmato dalla responsabile Maria Grazia Ficichelli. A Moirano e non solo: tra i destinatari ci sono anche l’assessore regionale alla Sanità Arru, il direttore della Assl di Oristano Meloni, il presidente dell’Ordine dei medici Sulis e il sindaco Lutzu. Un riepilogo efficace, un diviso per capitoletti.

Pediatria. Del caso Pediatria si è già detto: la punta dell’iceberg è stata la chiusura della Patoloia neonatale. Ma c’è da segnalare il fatto che il reparto non abbia nemmeno un primario titolare. Il ruolo è coperto dall’attuale primario “in condominio” del San Francesco di Nuoro. Le cifre sono quelle note: su 12 medici in organico ce ne sono dieci, di cui tre assunti a tempo determinato. I disagi per gli ambulatori dedicati, come Diabetologia e Celiachia, sono all’ordine del giorno. Da sottolineare che il Pronto soccorso pediatrico registra circa 5mila accessi l’anno. Una situazione che potrebbe progressivamente indebolire il punto nascita: non fa meraviglia che sempre più donne scelgano di partorire in altri ospedali, con più garanzie. Non è un caso se le nascite siano passate dalle circa 800 alle attuali 600 l’anno.

Anestesia e rianimazione. Ce ne sono cinque in meno del previsto, il che contribuisce all’allungamento delle liste d’attesa per gli interventi programmati. Ma penalizza anche il reparto di ostetricia, perché nonostante il reparto offra l’analgesia al parto, non sempre questo servizio viene garantito per la mancanza dell’anestesista. E sta diventando complicato anche assistere i tracheotomizzati a domicilio, con il conseguente ricorso all’ospedalizzazione per prestazioni che non lo richiederebbero.

Chirurgia-Urologia. Nel reparto manca un chirurgo e gli urologi siano sotto organico, così come il personale infermieristico e gli Oss.

Liste d’attesa. Non ancora pubblicate quelle di Ottobre 2018: nessuna notizia sulle prestazioni ambulatoriali, demandato alla deliberazione del giugno scorso che avrebbe dovuto ridurre i tempi d’attesa. Stando a Cittadinanza attiva, i cittadini sono sempre più costretti a ricorrere alle prestazioni private, avendone la disponibilità, oppure a rinunciare alle cure. Una sorta di denegata sanità.

Centro Alzheimer. L’unico presidio del Centro Sardegna per le demenze senili, annesso al reparto di medicina di Ghilarza, con un fabbisogno di assistenza in crescita, è in difficoltà per carenza di organico. Spesso viene a mancare la continuità delle cure, creando disagi fra gli utenti. In alcuni casi potrebbe verificarsi un contestuale aumento del numero dei ricoveri.

Hospice. Un capitolo a parte merita il reparto, inaugurato da tempo ma del tutto inattivo perché manca il personale. Una situazione che ha del paradossale. A tutte queste segnalazioni si aggiungono i disservizi legati a macchinari che ciclicamente vanno fuori uso. Solo per citare gli ultimi casi, la risonanza magnetica e il mammografo.

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