La Nuova Sardegna

Oristano

Finalmente addio alle pale eoliche

Finalmente addio alle pale eoliche

Dopo 25 anni accordo tra Enel e i comuni del Monte Arci. «Chiederemo i danni»

16 novembre 2018
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ALES. Dopo venticinque anni, innumerevoli diffide, ricorsi e un'ordinanza di sgombero, l’ex parco eolico dell’Enel, una cattedrale di ferraglia abbarbicato sui pendii del Monte Arci, sarà smantellato. La conferma è arrivata ieri mattina, dopo la conferenza di servizi indetta tra le amministrazioni comunali di Morgongiori, Pau e Ales, il Corpo forestale, l’Arpas, e l’assessorato regionale alla tutela del paesaggio. I pareri sono stati tutti favorevoli, la decisione unanime. Così come la disponibilità dell’Enel a smantellare il parco di trentaquattro pale già nelle prossime settimane. Una vittoria dopo anni di battaglia, per la quale si preannunciano proposte di risarcimento danni strutturali ed economici da parte degli enti locali coinvolti. Poco importa se questo obiettivo arriva a distanza di venticinque anni, lo stesso arco temporale di cessione del terreno all'azienda produttrice di energia, che nel 1993 installò la centrale. Nonostante sia previsto dalla legge, non sempre dopo la dismissione di impianti complessi, il concessionario procede al ripristino dei luoghi. In questo caso c’è stata una felice eccezione alla regola. Secondo quanto è emerso durante il tavolo decisionale di ieri mattina, prima dell'avvio dei lavori di smantellamento vero e proprio l'azienda di energia si riserva l'opportunità di svolgere dei rilievi nel sottosuolo, delle mere verifiche tecniche, prima di riconsegnare al Monte Arci un territorio occupato da installazioni metalliche dimostratesi, in un quarto di secolo, poco utili. Tra venti giorni ci sarà un nuovo incontro, come spiega il sindaco di Morgongiori, Renzo Ibba, capofila da anni della battaglia per lo smantellamento della centrale e firmatario dell'ordinanza di sgombero emessa nel dicembre 2014 a tutela dell’ambiente e del paesaggio circostante. «Il primo passo è stato fatto, l’Enel smantellerà tutto – sottolinea con soddisfazione – ci rivedremo tra venti giorni perché i tecnici dell'azienda devono fare dei rilievi internamente, nel sottosuolo, ma i pareri sono favorevoli». Un attesa breve, dovuta ai tempi dei sondaggi nel terreno, per poi dare il via ai lavori. Le opere di smantellamento e sgombero delle trentaquattro pale per la produzione di energia pulita, che compongono la centrale mai entrata a regime, sarà seguita da una altrettanto importante fase di ripristino dei luoghi. «Devono ripristinare il territorio – spiega ancora Ibba – il parco non è mai entrato in funzione e i danni causati in questi anni sono stati tanti». È presto per quantificare i mali causati dalla centrale e farne un elenco dettagliato, ma non per ragionare su probabili mosse future. «Faremo una proposta di richiesta danni - chiosa Ibba - dobbiamo ancora confrontarci tra sindaci, valutare, ma avanzeremo le nostre proposte per i danni strutturali e anche dal punto di vista economico».

Eleonora Caddeo

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