La Nuova Sardegna

Oristano

Terapia antitumorale al via

di Eleonora Caddeo
Terapia antitumorale al via

Il bimbo di 3 anni ha iniziato la cura a Trento. Attesa di un mese per una bimba del nord Sardegna

16 novembre 2018
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ORISTANO. Dopo quattordici giorni dalla richiesta all'assessorato regionale alla sanità e tre dalla data di prevista di inizio delle cure anti-tumorali nel centro specializzato di Treno, il nulla-osta regionale è arrivato. Lo ha firmato, mercoledì sera, l'assessore regionale alla sanità, Luigi Arru, assumendosi la responsabilità dell’autorizzazione di una quarta linea di terapia. Il bambino oristanese di tre anni, ieri mattina, ha effettuato la sua prima seduta di protonterapia, un ciclo complessivo di trenta giorni nel tentativo di salvargli la vita. Il suo caso, nel centro specializzato del capoluogo trentino, non sembra essere l'unico. Una bambina del nord Sardegna, che si trova lì insieme ai suoi genitori per completare lo stesso ciclo, ha dovuto attendere circa un mese, prima di riceve l'autorizzazione dalla sanità regionale e poter iniziare la terapia.

Cure mediche e burocrazia, la doppia faccia della medaglia di una storia che si ripete. Da un lato ci sono i cicli terapeutici come la protonterapia, che sono costosi e non rientrano nei livelli essenziali di assistenza del sistema sanitario nazionale. Dall'altro lato della medaglia, i tempi burocratici di giorni o settimane che diventano quasi inaccettabili agli occhi di un genitore, e che appaiono difficili da comprendere se si considera la materia in cui vanno ad intervenire, ossia la salute e il diritto alle cure mediche. Su questo aspetto si è espressa anche il sostituto direttore dell'assessorato alla Sanità della provincia di Trento, Cristina Apolloni, martedì mattina, chiedendo risposte tempestive ai colleghi dei medesimi uffici regionali sardi. «Non è modus operandi del nostro Centro - si legge nell'email della dirigente trentina - arrivare così a ridosso del trattamento senza l'autorizzazione da parte dell'Asl-Regione di residenza del paziente». Una questione di tempi, anche vitali, come prosegue Apolloni: «Le confermo che nel caso di specie e del tipo di tumore del piccolo la celerità nel procedere con il trattamento è altrettanto importante quanto il tipo di terapia radiante». Terapie nelle quali non solo la qualità ma anche la celerità è fondamentale per l'ottenimento del miglior risultato sul paziente. «Il nostro Centro - sintetizza la dirigente - ha cercato di ottimizzare i tempi, sempre in attesa dell'autorizzazione prima di procedere fisicamente al trattamento, anche rassicurato dalle precedenti autorizzazioni rilasciate per trattamenti di vostri pazienti nonché verbalmente dalla Asl».

Lo stesso documento con cui la Regione Sardegna autorizza al trattamento il piccolo paziente oristanese mette in luce due aspetti e fa riferimento ai costi della cura e, contemporaneamente, alla necessità della terapia. «Presa visione della certificazione medica - si legge nel nulla-osta firmato dall'assessore Arru - dato l'elevato costo della terapia necessaria e considerata l'esigenza di tutelare adeguatamente la salute dei pazienti, si voglia procedere ad autorizzare le prestazioni in questione». Un documento che, nei contenuti, offre spunti di riflessione sul servizio sanitario nazionale. Nella forma, e per una volta è questo ciò che più conta, questo nulla-osta ha offerto una speranza di vita ad un bambino di tre anni malato di tumore, per cui la protonterapia, oltre che la quarta linea di cura, rappresenta una speranza alla quale aggrapparsi.

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