La Nuova Sardegna

Oristano

«Ripartire dalle zone di espansione»

di Enrico Carta
«Ripartire dalle zone di espansione»

Il nuovo assessore all’Urbanistica studia le priorità: lottizzazioni e aree Equus

02 dicembre 2018
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ORISTANO. L’atterraggio è stato morbido, adesso inizierà a guardarsi attorno per capire in che direzione compiere i primi passi. Il nuovo assessore comunale all’Urbanistica, Gianfranco Sedda, è pronto alla prima vera riunione col sindaco dal momento in cui ha preso l’incarico ovvero due giorni fa. Urbanistica, Edilizia privata e Usi civici sono le deleghe con cui avrà a che fare e per qualche giorno si è ipotizzato che potesse avere in carico anche i Lavori pubblici che invece rimarranno a Francesco Pinna con tutto il malloppo del progetto Oristano Est.

Da dove iniziare? «Sicuramente da ciò che la giunta ha già portato avanti in questi mesi – dice –. Ci sono questioni già impostate che devono essere portate a compimento quanto prima. Ho ovviamente bisogno di conoscere nel dettaglio progetti e intenzioni per poi iniziare a programmare l’urbanistica di una città che conosco bene da vent’anni anche se non sono oristanese di nascita». Tra le cose già impostate ci sono ovviamente il Piano urbanistico comunale e il Piano particolareggiato del centro storico. Si parte quindi dal loro esame per poi fare le valutazioni. «Mi piacerebbe che diventassero strumenti realmente operativi. All’edilizia serve una svolta. Ad esempio le zone di espansione previste dal Puc al momento vanno a rilento. È tempo di attuare per intero le direttive indicate per restituire alla città quel ruolo centrale che ultimamente mi sembra stia perdendo anche a dispetto di territori confinanti. Bisognerà affrontare quanto prima il discorso delle zone Equus, quello delle C2ru passate da agricole a edificabili, delle lottizzazioni che ancora non sono nate». E poi c’è il centro storico che è in difficoltà perenne, ma «è una situazione generalizzata legata alla loro natura e alle mutate esigenze urbanistiche. L’esame più approfondito delle dinamiche del Piano particolareggiato sarà sicuramente il punto di partenza per capire anche in questo caso quale sia la direzione in cui muoversi. Sono un architetto e quindi il mio ruolo, per quanto legittimato dalla parte politica, sarà di sostegno ai tecnici. Ripeto però che è prematuro parlare già nel dettaglio di azioni da portare avanti. Mi piacerebbe dare un impulso alle nuove tecnologie e ai nuovi sistemi che migliorano la sostenibilità dell’edilizia e, se per il centro storico la situazione è più difficile per via dei vincoli, nelle nuove zone di espansione spero si possa incidere in tal senso. Non dimentichiamoci che edilizia vuol dire anche lavoro, è per questo che bisogna ripartire dopo anni in cui il settore ha avuto notevoli problemi».

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