La Nuova Sardegna

Oristano

Sull’area servizi a S. Giusta ora c’è la richiesta di danni

di Eleonora Caddeo
Sull’area servizi a S. Giusta ora c’è la richiesta di danni

Mancata realizzazione, la Camera di commercio presenta il conto al Comune  Dopo il pronunciamento del Tar, ricorso al Consiglio di Stato. I timori del sindaco

05 dicembre 2018
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ORISTANO. Tre milioni di euro, tra rimborso e risarcimento danni. È quanto potrebbe valere, approssimando i conteggi, la sentenza dell'appello al Consiglio di Stato presentato dalla Camera di commercio di Oristano sulla base dell'accoglimento, da parte del Tribunale amministrativo regionale, della richiesta di risoluzione dell'accordo di programma, siglato con il Comune di Santa Giusta, nell'ottobre 2007 per la realizzazione del centro servizi camerale nella zona commerciale Zinnigas. Il contratto, finalizzato all'acquisizione di un'area di oltre due ettari e mezzo che avrebbe dovuto ospitare un'area servizi, tecnologica e multifunzionale, per le aziende del territorio, è stato risolto. I giudici del Tar che hanno accertato "l'impossibilità sopravvenuta, derivante dall'impossibilità di eseguire le prestazioni di cui all'accordo per effetto della retrocessione dell'area". Una decisione che avrebbe una diretta conseguenza giuridica, come spiega il segretario generale della Camera di commercio, Enrico Massidda. «A fronte di questa decisione, il codice civile prevede il rimborso della spesa per l'acquisto del terreno e per le opere legittimamente autorizzate». Una restituzione di soldi pubblici, sborsati dall'ente nel 2007, che vale circa due milioni di euro, di cui oltre 1 milione 446mila versati per l'acquisizione del terreno, e circa 600mila euro spesi per le infrastrutture di urbanizzazione dell'area, più una cospicua somma di interessi. Di questo rimborso milionario e del risarcimento danni, patrimoniali e non patrimoniali, dovranno decidere i giudici del Consiglio di Stato ai quali l'ente camerale si appella chiedendo un giudizio su tutte le istanze presentate al Tar, anche quelle legate alla competenza giuridica per il rimborso dell'ammontare economico. «Avremmo potuto rivolgerci al giudice ordinario - spiega Massidda - chiedendo che ordinasse la restituzione dell'investimento iniziale. Ci appelliamo al Consiglio di Stato perché vogliamo che si esprima su tutte le richieste presentate al Tar, rimborso e risarcimento danni». Secondo quanto riferito dall'ente camerale, la mancata attuazione dell'accordo di programma è stata causata da un inadempimento comunale. La richiesta di concessione edilizia da parte dell'ente sarebbe stata inviata in Comune a maggio 2010, ma l'istruttoria della pratica si concluse solo a marzo 2012, quasi due anni dopo. «L'interesse dell'ente - conclude il segretario generale - è quello iniziale di dotare l'area di un sistema di supporto alle aziende, questi tre milioni di euro potrebbero servire a portare avanti questo progetto, anche nella medesima area, qualora si risolvessero le criticità». Una volontà di intenti che sembra coincidere con la speranza del sindaco del Comune di Santa Giusta, Antonello Figus, che nel 2007 firmò l'accordo di programma ma che non era più al governo quando si verificarono le criticità che portarono al blocco del progetto. «Il danno più grave è il non aver realizzato il centro, mi auguro che la Camera di commercio ci ripensi e possa finire l'opera». Quanto alla bagarre giudiziaria la vicenda non è conclusa. «Non ero sindaco quando ci furono queste criticità - sottolinea - stiamo resistendo in appello. Al momento il Comune non sta subendo danni e spero che non ne abbia, anche perché non avrebbe la disponibilità di affrontarli».

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