La Nuova Sardegna

Oristano

Città più salubri e sicure con spazi verdi curati

di Davide Pinna
Città più salubri e sicure con spazi verdi curati

Agronomi e forestali a confronto sull’importanza della progettazione  Per gli esperti le scelte incidono anche sulla riduzione di patologie e criminalità

06 dicembre 2018
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ORISTANO. Una volta la realizzazione del verde urbano era operazione semplice: qualche albero sui marciapiede, cespugli e aiuole. Poche preoccupazioni e poca progettazione, ma ora se ne pagano le conseguenze tra marciapiedi spaccati dalle radici, resine e frutti che rendono impraticabile e appiccicosa la sede stradale e alberi malati per incompatibilità con l'ambiente urbano. Ora però c'è molta più attenzione per questo argomento, che è stato anche al centro del convegno organizzato dalla sezione oristanese dell'organizzazione dei dottori agronomi e forestali, tenutosi al teatro San Martino con il patrocinio del Comune di Oristano. Primo relatore è stato Rino Borriello, agronomo territorialista e professore alla Federico II di Napoli, che lancia un messaggio importante: «La manutenzione degli alberi, cioè la loro potatura, deve essere rispettosa della loro fisiologia e della loro anatomia. Gli uffici comunali dovrebbero verificare il lavoro delle ditte incaricate». Un intervento lungo quello di Borriello, con delle suggestioni che potrebbero essere utili per amministratori e progettisti oristanesi: «Il verde contribuisce a ridurre l'inquinamento, la criminalità e le patologie e aumenta l'aggregazione dei cittadini. Però va messo con criterio e, dal momento che le città non possono più offrire altri spazi, bisogna sfruttare tutti i livelli disponibili: dagli alberi ai prati, passando ovviamente per il verde pensile e verticale». Ma il verde, che può servire anche ad assorbire l'acqua piovana in eccesso, è fondamentale per il controllo dell'anidride carbonica: «Però bisogna scegliere gli alberi giusti, ogni albero ha delle caratteristiche diverse: quelli migliori per l'assorbimento dell'anidride carbonica sono quelli che crescono in pochi anni e sviluppano un grande tronco. Per esempio per catturare le polveri sottili provenienti dai tubi di scarico delle auto, lo strumento migliore sono le siepi e i prati».

Dopo di lui è stata la volta di Sandro Dettori, dell'Università di Sassari che ha illustrato un caso di studio particolare: quello delle cinture di uliveti che circondano le città regie in Sardegna. Dettori si è concentrato su Sassari, parlando del fenomeno dello sprawl, cioè l'espansione sregolata delle città. Infine l'architetto paesaggista Enrica Campus ha illustrato le possibilità della collaborazione fra architetti e agronomi, una sinergia che può far migliorare l'ambiente e l'ecosistema urbano.

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