La Nuova Sardegna

Oristano

UN ORISTANESE ALLA MARATONA DI LONDRA 

Di corsa per chiedere alla regina d’Inghilterra i tesori del Sinis

di Davide Pinna
Di corsa per chiedere alla regina d’Inghilterra i tesori del Sinis

ORISTANO. Si chiama Andrea Mulas, ama la Sardegna - ancora di più la sua Oristano - e adora correre. Sono tanti i runners a Oristano, ma lui ha una particolarità: corre per un obiettivo. Stavolta...

06 dicembre 2018
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ORISTANO. Si chiama Andrea Mulas, ama la Sardegna - ancora di più la sua Oristano - e adora correre. Sono tanti i runners a Oristano, ma lui ha una particolarità: corre per un obiettivo. Stavolta punta su Londra, dove il 28 aprile 2019 si svolgerà la trentanovesima edizione della maratona della capitale del Regno Unito, una delle più partecipate al mondo. La data è quella della festa dei sardi e, come spesso capita, nelle coincidenze cronologiche si possono trovare dei significati particolari. Mulas, che per l'occasione si farà chiamare il MessaggeroXXX, vuole incontrare la regina Elisabetta per porgerle una richiesta molto particolare: intercedere per far riportare in Sardegna i tesori di Tharros che «il nobile inglese Lord Vernon portò in Inghilterra e che oggi sono esposti al British Museum». Vernon operò a Tharros alla metà dell'Ottocento e scoprì e depredò 14 tombe cartaginesi, ma cosa sia stato dei reperti che trovò al loro interno non si è mai saputo. La cospicua collezione di reperti provenienti da Tharros del British Museum, invece, fu acquistata dal museo londinese nel 1856, pagando al direttore del museo di Cagliari 1500 sterline. Mulas non è nuovo a queste imprese, nel 2015 divenne famoso per aver partecipato alla Maratona di New York (con un dignitoso tempo conclusivo di 4 ore e 26 secondi) indossando l'abito tradizionale sardo, allo scopo di promuovere e far conoscere la sua isola e soprattutto l'area del Sinis. Ovviamente non si può andare dalla regina d'Inghilterra a mani vuote, così Mulas porterà con sé: «i doni della nostra terra: enogastronomia, prodotti tessili e monili» e chiede l'aiuto di tutti i sardi per raccogliere quanti più oggetti possibili. Il dono principale però sarà la Carta de Logu, che secondo Mulas non è altro che «la prima carta dei diritti dell'uomo al mondo». Tutto ciò allo scopo di far conoscere alla regina la «terra dei Giganti di Mont‘e Prama e degli Arborea». Mulas va oltre, vuole fare squadra e chiede anche la collaborazione delle istituzioni e spera di riuscire a invitare ufficialmente Elisabetta II alla Corsa degli scalzi di Cabras o alla Sartiglia. Certo, viene difficile immaginarsi la sovrana britannica nelle polverose strade bianche del Sinis, ma vista la sua nota passione per i cavalli, non è così assurdo pensarla assisa sulle tribune di via Duomo, con i suoi abiti e cappelli color pastello, mentre osserva le evoluzioni dei sartiglianti. Chissà se la missione del MessaggeroXXX andrà a buon fine, chissà se riuscirà ad arrivare al cospetto della Regina e se riuscirà a parlarle dei tanti tesori del Sinis, di Oristano e della Sardegna. Intanto però Mulas correrà la maratona, che lui definisce una «reale conquista nuragica in terra anglosassone» e magari qualcuno potrebbe pensare che una collaborazione con il British Museum che permetta di riportare, anche solo per qualche tempo, quei reperti nella terra dove sono stati ritrovati, non è un'idea così assurda.

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