La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa crede nel Contratto di fiume

Bosa crede nel Contratto di fiume

Assemblea con i sindaci del bacino: obiettivo la diretta gestione della risorsa

08 dicembre 2018
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BOSA. Il Contratto di fiume va avanti, e vede la partecipazione di sempre più amministrazioni comunali, comprese e non nel bacino del Temo. Nei giorni scorsi si è tenuto nell’auditorium del Seminario un workshop operativo, nell’ambito di Interreg Marittimo Italia Francia, organizzato da Proterina Evolution 3 in collaborazione con l’assessorato ai lavori pubblici della Regione, Adis, Anci, Università di Sassari. All’incontro tecnici e amministratori dei comuni di Bosa, Alghero, Mara, Uri, Badesi, Valledoria, Sedilo, Galtellì, Irgoli, Cossoine, Semestene, Bonorva: segnale che l’interesse sullo strumento del Contratto di fiume va ben oltre i confini del bacino del Temo, e attira anche l’attenzione di amministratori della Bassa valle del Coghinas, Fluminimannu, Bassa valle del Flumendosa, Laguna del Calich, fiume Cedrino, con circa quaranta comuni interessati. A fare gli onori di casa il sindaco di Bosa Luigi Mastino, che ha ricordato come il percorso sul Contratto di fiume dovrebbe interessare i territori che si affacciano sul corso del fiume. «È il sesto bacino idrografico dell’isola: nel suo percorso il fiume vede due sbarramenti, il primo a Villanova Monteleone, invaso da 90 milioni di metri cubi d’acqua; mentre la seconda diga è in territorio di Bosa, nella zona di Monte Crispu, con funzioni di laminazione che attendiamo da oltre sessant’anni». Oltre a questi due centri il Temo incontra nel suo percorso i territori di Ittiri, Cossoine, Padria, Mara, Villanova Monteleone, Montresta, Suni, Macomer, Sindia. Questi alcuni dei centri che si sono incontrati a marzo 2017, per poi sottoscrivere una serie di documenti, tra cui quello redatto a ottobre 2017 seguito poi da una dichiarazione di intenti. Obiettivo comune la diretta e corretta gestione delle risorse idriche, la valorizzazione del territorio fluviale, la salvaguardia del rischio idraulico, e lo sviluppo locale delle comunità.

Si guarda insomma al Contratto di fiume come un motore per il coinvolgimento vero e sinergico di centri tra loro vicini, pur trovandosi in circoscrizioni provinciali diverse. Uniti dalla volontà, tra l’altro, di mettere in campo «comportamenti attivi nella tutela delle acque e dei paesaggi». I dubbi non mancano, alcuni dei quali sono anche emersi nella due giorni organizzata a Bosa. «L’augurio a tutti noi è che da questo seminario possano scaturire non solo idee e proposte, ma anche percorsi chiari per le nostre azioni», ha concluso il sindaco di Bosa Luigi Mastino.(al.fa.)

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