La Nuova Sardegna

Oristano

Amianto, battaglia per gli indennizzi

di Michela Cuccu
Amianto, battaglia per gli indennizzi

Associazione ex esposti alla Camera. Chiesta la retrodatazione dei benefici

11 dicembre 2018
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ORISTANO. «Stiamo negando diritti a tanti lavoratori solo perché è stato scoperto dopo il 2005 che erano esposti alla fibra d’amianto. In Sardegna i casi sono tantissimi: i lavoratori di Ottana e dell’Area industriale di Assemini, ma anche dipendenti delle Ferrovie dello Stato e militari». L’Associazione regionale ex esposti amianto si schiera in favore dell’approvazione dell’emendamento del Pd (bocciato e ora ripresentato) alla Finanziaria 2019 per chiedere la riapertura dei termini del beneficio previdenziale per i lavoratori a rischio amianto. Benefici previdenziali sospesi nel 2005 ma che ora potrebbero essere reintrodotti. La necessità di questo intervento è stata espressa da Giampaolo Lilliu, presidente della sezione oristanese di Areas chiamato in audizione alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

«Non ci siamo limitati a sostenere la necessità di riaprire i termini sui benefici previdenziali: come Areas è stata sottolineata la necessità del testo unico sull’amianto il cui percorso era iniziato durante la precedente legislatura».

Il testo unico permetterebbe infatti una serie di passaggi ancora non previsti. Fra questi, l’obbligo di bonifica degli immobili di proprietà pubblica o di utilizzo pubblico, come scuole, ospedali e condotte idriche, solo per fare qualche esempio. Su questo aspetto, la dichiarazione di Lilliu davanti alla Commissione è stata netta: «Se così non fosse, come da anni la nostra associazione denuncia, riteniamo colpevole di reato ambientale e omicidio colposo lo Stato al pari degli ex proprietari delle fabbriche della morte. Pur sapendo che l’amianto è una fibra cancerogena, così l’amministrazione pubblica non mette in atto azioni di tutela delle persone».

Fra le tante richieste sottoposte all’attenzione della Commissione, Lilliu ha ricordato la necessità di superare lo smaltimento in discarica in favore dell’inertizzazione, accogliendo gli inviti del Parlamento europeo a dotare ogni regione di impianti industriali che permetterebbero di trasformare i materiali da rifiuto in risorsa perché il prodotto finito potrebbe essere impiegato nell’edilizia. «L’inertizzazione è un processo che è stato già impiegato con successo ad Arborea, ancora oggi l’unica esperienza fatta in Italia e seconda in Europa», ha detto Lilliu.

Il presidente dell’Areas ha anche ribadito la necessità di rendere obbligatorio il censimento degli immobili pubblici e privati dove l’amianto è ancora presente. C’è poi la necessità di informare meglio i cittadini. A questo proposito, Areas ha chiesto un progetto di pubblicità istituzionale che metta in evidenza il rischio di esposizione all’amianto, mentre, sul fronte sanitario, investire maggiori risorse sulla ricerca medica.

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