La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa ancora senz’acqua, ira del sindaco su Abbanoa

di Alessandro Farina
Bosa ancora senz’acqua, ira del sindaco su Abbanoa

La città a secco da tre giorni per la rottura della condotta vicino a monte Crispu Sei autobotti mobilitate, ma il primo cittadino accusa: ostaggio delle emergenze

11 dicembre 2018
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BOSA. File alle poche fontanelle superstiti, bagagliai delle auto pieni di contenitori da riempire d’acqua, decine di richieste ai i volontari della Croce Rossa, sei autobotti impegnate nella distribuzione in tutta l’area urbana.

Si tinge di giallo la scoperta della falla nella condotta idrica in paese e c’è incertezza sui tempi di riparazione da parte di Abbanoa. Evidente l’ira del sindaco che recrimina sui tempi lunghi dell’intervento annunciato da tempo sul tubo in cemento amianto tra il potabilizzatore del Temo e Bosa.

Scenario d’emergenza da venerdì quando si è aperta l’ennesima falla nel tratto di condotta fra Barasumene e Monte Crispu che ha di fatto paralizzato il flusso idrico verso Bosa. La rottura è avvenuta in pieno guado del Temo nell’area impervia di Malosa. Solo per arrivare con mezzi e attrezzature è stata aperta una nuova pista. Le prime avvisaglie che qualcosa non andava sono emerse nella serata il 7 dicembre. Il fine settimana si è trasformato in un tour de force a caccia di acqua per commercianti, operatori dei servizi e famiglie. Malgrado sabato sia scattato il provvedimento di razionamento con chiusura dell’erogazione di quanto rimasto nei serbatoi del castello dalle 16, domenica oltre ai rioni di Santa Caterina e Bosa Marina a secco si sono ritrovate a cascata tutte le altre zone. Attive solo le fontanelle della linea che da Pianu ‘e Murtas serve l’ospedale, considerato che molti non hanno più operative le scorte dei serbatoi. Tra sabato e lunedì quindi la moltiplicazione delle autobotti: 2 l’otto dicembre, 4 domenica e 6 ieri, 4 di Abbanoa e 2 della Protezione Civile regionale, accompagnate a scuole, strutture pubbliche, di servizi, e case civili da uomini e mezzi della Croce Rossa. Sabato il sindaco Luigi Mastino ha infatti aperto gioco forza il Coc, anche se questa volta non per eccesso di acqua piovana o allagamenti, quanto per cercare di alleviare le difficoltà degli utenti, molti ormai inferociti per l’ennesimo stop alla distribuzione idrica. «Sono seccato per i ritardi di Abbanoa sui due interventi da avviare nella condotta: quello fra Barasumene e Monte Crispu e quello tra la diga ed i serbatoi di Bosa. Dovevano partire ad inizio 2018 ed essere completati a giugno, e invece non sono ancora iniziati. C’è una città che non può essere prigioniera di una condotta che fa acqua da tutte le parti», dice Luigi Mastino. Il Comune non ha più competenze dirette nella gestione di acquedotti e condotte, ma all’ente locale fanno capo i cittadini nelle situazioni di disagio, a Bosa ormai più d’una, durante le emergenze idriche. «Viviamo ancora una volta una situazione difficile e complessa. Ma questa deve essere l’ultima».

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