La Nuova Sardegna

Oristano

La beffa dei dissuasori: funzionò solo quello dato in prova

ORISTANO. «Quei dissuasori a ultrasuoni non hanno mai funzionato e ora, ho in corso una causa civile internazionale per ottenere il risarcimento dalla società olandese che me li aveva forniti». Paolo...

12 dicembre 2018
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ORISTANO. «Quei dissuasori a ultrasuoni non hanno mai funzionato e ora, ho in corso una causa civile internazionale per ottenere il risarcimento dalla società olandese che me li aveva forniti». Paolo Sechi ha un negozio di attrezzature nautiche a Cabras. Anche a lui, come ai pescatori, questa storia dei delfini “bucareti” sta costando fior di quattrini.

Nel 2007, al salone internazionale nautico di Barcellona, ordinò ad una azienda specializzata 445 dissuasori che i pescatori gli avevano chiesto. «Pagai la merce in anticipo, 18mila euro, quando i dissuasori arrivarono in negozio i pescatori si misero in fila per acquistarli, quasi se li contendevano. Ma il giorno dopo, delusi, me li restituirono: quegli apparecchi non tenevano affatto lontani i delfini dalle loro reti - racconta -. Rispedii la merce indietro: non mi è stato restituito un centesimo, così mi sono dovuto rivolgere ad un avvocato».

Eppure, i primi dissuasori, che erano stati dati “in prova” prima che venisse fatto l’ordine di acquisto, avevano funzionato benissimo. «Altroché – conferma Aldo Caddeo – quando li utilizzai per venti giorni di seguito le mie reti catturarono tanto di quel pesce come non ricordavo da anni e, come per miracolo, anche le reti restavano intatte».

La brutta sorpresa arrivò con i dispositivi acquistati. «Non funzionavano: i delfini piombavano dentro le nostre reti e banchettare come niente. Noi all’inizio, non capivamo perché – racconta Caddeo – molto probabilmente, quelli che ci erano stati dati in prova avevano un’emissione di ultrasuoni molto più elevata rispetto a quella consentita dalla legge».

Così, un paio di giorni più tardi, nel negozio i pescatori ritornarono per restituire i dissuasori e farsi rimborsare. Solo il commerciante, il rimborso, ancora non è riuscito ad ottenerlo, né con l’iniziale tentativo di conciliazione alla Camera di Commercio di Milano, competente per i contenziosi internazionali, e neppure, fino ad oggi, nelle aule del tribunale civile. In questi anni, Paolo Sechi, ha continuato la, ricerca di un’apparecchiatura in grado di tenere lontani di delfini dalle reti. Tanto è vero che dopo il tentativo, fallito, con la società olandese, il commerciante si rivolse ad una società inglese.

«Ordinai altri dissuasori, diversi e che mi assicurarono, avrebbero dovuto funzionare anche qui dato che erano gli stessi impiegati con successo dai pescatori greci e spagnoli, e persino in Messico per tenere lontane le orche marine – racconta – ma qui si sono rivelati del tutto inutili. E meno male che ne avevo ordinato per “soli” 5mila euro». (m.c.)

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