La Nuova Sardegna

Oristano

Violenze sul fratello: in manette

di Simonetta Selloni ; w; Le relazioni pericolose
Violenze sul fratello: in manette

Un pensionato è stato arrestato dai carabinieri per maltrattamenti e abusi sessuali sul disabile

21 dicembre 2018
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ORISTANO. Le relazioni pericolose, quando i rapporti familiari smettono di essere terreno di affetti e le mura domestiche diventano il perimetro dentro il quale dare sfogo a maltrattamenti e abusi. I carabinieri di Mogoro e la Procura della Repubblica di Oristano hanno sollevato il velo su uno scenario nel quale uno uomo avrebbe inflitto sofferenze fisiche e psicologiche nei confronti di un fratello debole, reso già fragile da una disabilità cognitiva e quindi ridotto a un livello di sottomissione totale. Al punto da aver sviluppato una dipendenza dal fratello-carnefice, tale da difenderlo nel momento in cui i carabinieri sono intervenuti per evitare il peggio. E hanno arrestato l’aguzzino, inchiodato dall’occhio delle telecamere che già da due mesi registravano impietose abusi e sofferenze. Ora l’arrestato, P.D., di 66 anni, è nel carcere di Massama. Nei suoi confronti il Gip del tribunale di Oristano ha firmato un ordine di carcerazione accogliendo integralmente le richieste della Procura: maltrattamenti in famiglia, circonvenzione d’incapace e pure violenza sessuale. Anche le violenze sessuali; per cercare riscontri tecnici e biologici a questa ipotesi di reato stanno lavorando anche i Ris di Cagliari. Due giorni fa al Tribunale del riesame di Cagliari è stato discusso il ricorso contro le misure, ancora ieri non se ne conosceva l’esito.

Questa è una vicenda dove la necessità di tutelare la vittima impone la genericità delle indicazioni. Il luogo è un paese della Marmilla. Istantanee di brutalità, sono quelle che hanno restituito il procuratore della Repubblica di Oristano Ezio Domenico Basso, il colonnello Domenico Cristaldi, comandante provinciale dei carabinieri di Oristano, il colonnello David Edigi, a capo del Reparto Operativo, e il capitano Nadia Gioviale, comandante della Compagnia di Mogoro. «In questo caso si sono unite la capacità di ascolto dei carabinieri della stazione del paese con il livello investigativo del Nucleo operativo della Compagnia di Mogoro», ha sottolineato il colonnello Cristaldi. Poi il capitano Gioviale ha raccontato una storia uscita dal buio. «Abbiamo monitorato quel che accadeva tra questi due fratelli per due mesi. Era scontato che saremmo intervenuti se la questione fosse degenerata. E infatti il sei dicembre, quando il fratello maltrattante ha sbattuto sulla testa dell’altro uno sgabello siamo arrivati subito». L’aguzzino, che probabilmente non perdonava al più debole di aver nominato quale amministratore di sostegno un’altra persona, utilizzava con la vittima tecniche da Gestapo. I due non abitano nella stessa casa; il disabile veniva svegliato a tutte le ore della notte e portato nell’abitazione dell’altro. Qui, veniva malmenato anche con tenaglie, coltelli, e almeno così si evince dalle registrazioni, sottoposto ad abusi sessuali.

E lui, la vittima, totalmente sottomesso. Nessuna reazione, nulla più; forse ormai riteneva normale queste attenzioni, violente, ma sempre attenzioni, che il fratello, l’unico suo familiare, gli riservava. Non lo ha accusato, anzi, lo ha difeso. Ora è in una struttura protetta, dove con l’aiuto di esperti forse riuscirà a ricostruire quel che resta di una vita ridotta a brandelli da chi dovrebbe dispensare amore. «Aiutateci, collaborate», è l’appello rivolto dal colonnello Cristaldi a quanti hanno percezione di situazioni di violenza che a volte avvengono quasi sotto i nostri occhi. In questo caso, qualche input è arrivato e ha fatto muovere i carabinieri. “Operazione orco”, l’hanno chiamata. Questi orchi, che spesso si nascondono in casa.

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