La Nuova Sardegna

Oristano

GEOPARCO ADDIO, MA SENZA RANCORE

di Michela Cuccu
GEOPARCO ADDIO, MA SENZA RANCORE

PAU. La lentezza che fa superare ogni distanza: serve un ossimoro per raccontare un progetto che in futuro, potrebbe collegare Sardegna, Eolie e Corsica. Una strada immateriale eppure percorribile,...

01 ottobre 2019
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PAU. La lentezza che fa superare ogni distanza: serve un ossimoro per raccontare un progetto che in futuro, potrebbe collegare Sardegna, Eolie e Corsica. Una strada immateriale eppure percorribile, da utenti che si chiamano viaggiatori e turisti o comunque chiunque abbia interesse a conoscere tre territori diversi fra loro ma accumunati da uno straordinario potenziale culturale e paesaggistico. Non è un caso che a tracciarla, siano i musei dell’ossidiana di Pau e Archeologico di Lipari con la Conservatoria del litorale della Corsica. Le prime capriate di questo ponte invisibile e lungo migliaia di chilometri (Pau dista da Lipari 800 chilometri e 366 da Bonifacio) che attraversa due tratti di mare e le tre grandi isole del Mediterraneo, sono state posate a Pau. L’occasione è stata una tavola rotonda non a caso intitolata “Arcipelaghi del Mediterraneo, isole come beni culturali”. Nella sala convegni del museo dell’ossidiana, si sono confrontate Sardegna Corsica e isole Eolie sul tema della valorizzazione delle insularità.

Isole (dato che Pau, a sua volta, come è stato ribatido, in Sardegna è isola nell’isola) lontane eppure con tante cose in comune. Pur enormemente dotate per quel che riguarda il richiamo turistico, devono necessariamente tener conto della delicatezza del loro territorio, certo non votato al turismo di massa. Un concetto espresso perfettamente da Michel Delaugerre, direttore del Conservatoire du littoral Corse, ente pubblico che si occupa della tutela delle coste, anche diventandone proprietario di alcuni tratti. «Esistono luoghi suscettibili di interventi – ha detto Delaguerre – altri invece che devono necessariamente esser lasciati stare». Lo stesso Delaguerre ha però precisato come nulla in questo senso sia scontato: «Nel vecchio Continente non esiste l’ambiente incontaminato», ha detto. È quanto i segni della presenza dell’uomo in territori rari e preziosi, diventano elemento imprescindibile della natura, che “quei” segni diventano attrattive turistiche come nel caso de “Sa Scaba crobina” il viottolo fra i boschi di Pau, formatosi 6 mila anni fa lastricato dagli scarti della lavorazione dell’ossidiana. È per questo che il turismo in questi territori non può essere di massa ma lento. Un turismo che può crescere e svilupparsi. gli strumenti possono essere tanti, come, l’attrattiva offerta dai musei, come hanno spiegato nella Carlo Lugliè, direttore del Museo dell'Ossidiana e Rosario Vilardo, direttore del Museo Archeologico regionale Eoliano “Bernabò Brea” di Lipari. Un’altra opportunità per attirare turisti che prediligano la “lentezza” alle offerte più stereotipate dei villaggi vacanza, è il trekking. «Fatto di tante cose– come ha spiegato Flavia Grita, di “Nesos trekking & natura” di Lipari – perché il turismo lento come quello che offriamo noi, appunto camminando, non coinvolge solo chi viene a trascorrere una vacanza ma anche le popolazioni residenti. Diventa ad esempio, un modo per far conoscere e dunque creare un mercato, dei prodotti locali». Insomma, con la lentezza, anche il turismo potrà diventare una opportunità di sviluppo sociale ed economico.

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