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Mont’e Prama dopo il sit-in rilanciata la mobilitazione

CABRAS. «Restituiteci la nostra storia perché venga inserita nei programmi didattici e studiata a scuola». La richiesta alla politica è partita da Mont ‘e Prama, dopo la mobilitazione di domenica...

01 ottobre 2019
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CABRAS. «Restituiteci la nostra storia perché venga inserita nei programmi didattici e studiata a scuola». La richiesta alla politica è partita da Mont ‘e Prama, dopo la mobilitazione di domenica mattina organizzata da Nurnet, con centinaia di sardi scandalizzati dalla presenza di oltre dieci ettari di vigneto nella collina, impiantati tra il 2015/2016, nonostante le indagini effettuate con il georadar dal geofisico Gaetano Ranieri avessero evidenziato decine di migliaia di anomalie. Ornella Corda, di Nurnet, parla di situazione intollerabile sia sotto il profilo economico che quello identitario. «Dobbiamo tenere accesi i riflettori su Mont ‘e Prama e come inizio mi sembra che l’obiettivo sia stato centrato. Ci chiediamo perché la nostra identità debba essere sempre negata. Vogliamo solo sottolineare l’importanza rivestita da questo sito, talmente prezioso che deve essere conosciuto in tutto il mondo. Bisogna andare avanti con gli scavi, questa è la priorità perché pensiamo che la collina abbia ancora molto da dire ai fini della ricostruzione della nostra storia».

Nurnet e i tanti appassionati di storia, non soltanto quelli che hanno partecipato al sit in di domenica scorsa, chiedono che quelle anomalie vengano verificate. Ma per farlo occorre che si riprenda a scavare.

Il sindaco Andrea Abis, intervenuto alla manifestazione, ha detto che l’amministrazione dispone di 780 mila euro, 500 mila per pagare la parte di terreno che si intende espropriare e 280 mila per le opere di sicurezza. Cifra che però potrebbe non bastare a coprire tutte le spese.

Alessandro Murana, vice sindaco nella precedente giunta guidata da Cristiano Carrus, rilancia e propone una raccolta di fondi aperta a tutti. «Se non ci sono i soldi, ci quotiamo noi sardi: bastano 10 euro a testa. Con il ricavato si fa la fondazione, si espropriano i terreni e si fanno tutte le verifiche. Visto che la politica non si interessa di Mont ‘e Prama, facciamo da soli».

Piero Marongiu

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