La Nuova Sardegna

Oristano

Ula Tirso, dopo l'intimidazione Loi annuncia: «Non mi dimetterò»

Maria Antonietta Cossu
Ula Tirso, dopo l'intimidazione Loi annuncia: «Non mi dimetterò»

In consiglio comunale totale solidarietà e invito al sindaco a proseguire. La minoranza lo sostiene. «Lasciare ora vorrebbe dire darla vinta ai violenti»

10 ottobre 2019
3 MINUTI DI LETTURA





ULA TIRSO. L'atto criminoso subito sabato sera, con tre proiettili lasciati sul davanzale di una finestra di casa, non fermerà il sindaco Ovidio Loi, che porterà avanti l'attività amministrativa sino alla scadenza naturale del mandato. Il primo cittadino ha rotto il silenzio annunciando la decisione in apertura dei lavori del consiglio comunale, che si è riunito ieri per evadere un ordine del giorno definito nei giorni antecedenti all'intimidazione. I tre proiettili rinvenuti hanno avuto l'effetto di un fulmine a ciel sereno per l'amministratore locale ma non ne hanno piegato la volontà di onorare l'impegno assunto con i cittadini dopo l'esito delle consultazioni elettorali del 2015.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:oristano:cronaca:1.17893108:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/oristano/cronaca/2019/10/07/news/busta-con-tre-proiettili-per-il-sindaco-di-ula-tirso-1.17893108]]

«È un atto vile, da condannare e mi amareggia il fatto che fosse presente la mia famiglia – ha affermato Loi – sono certo che si tratti di un caso isolato in cui sia coinvolta una o poche persone, che però mettono in cattiva luce tutta la comunità. Tuttavia né io né la maggioranza abbiamo alcuna intenzione di tirarci indietro. Andremo avanti con coraggio, perché a prescindere da tutto per amministrare al giorno d'oggi ci vuole coraggio».

Il primo cittadino ha anche anticipato che non si ricandiderà nel 2020 spiegando che la decisione esula dai gravi fatti che lo hanno colpito. «Lo dissi già all'epoca della mia elezione: mi impegnerò per un solo mandato. Continuerò a svolgere il mio lavoro nella maniera più onesta e trasparente possibile e porteremo avanti le nostre idee. In un Comune non si possono accontentare tutti e molti non conoscono le norme rigide a cui gli amministratori si devono attenere e questo probabilmente porta qualcuno a nutrire aspettative che non possono essere soddisfatte». Il primo cittadino ha quindi invitato al dialogo. «Sarebbe auspicabile che fatti simili non succedessero più e che queste persone, o chiunque avesse dei dubbi, si facessero avanti con noi amministratori e con gli uffici comunali chiedessero i chiarimenti di cui dovessero aver bisogno». Un segnale incoraggiante è arrivato dagli amministratori di domani. I ragazzi della mini-consulta hanno manifestato in aula la loro solidarietà al sindaco e hanno preso le distanze dalle forme di violenza. «Quest'azione vile ha recato scompiglio nelle vite di una famiglia e di tutte le persone oneste di Ula Tirso. La nostra speranza è che fatti simili non accadano più e che prevalga il senso civico», ha detto Davide Fazzalari parlando a nome dei compagni. Allo sdegno per l'azione criminale e alle attestazioni di vicinanza al sindaco si sono uniti i consiglieri dell'opposizione. «Mi auguro sia uno scherzo di cattivo gusto perché non posso credere si arrivi a tanto. I problemi si risolvono solo con il dialogo», ha commentato il capogruppo Antonello Piras incoraggiando sindaco e maggioranza a continuare. «Se d'intimidazione si è trattato vi esorto a proseguire. Fermarsi vorrebbe dire dargliela vinta». Il 19 ottobre si terrà a Ula una manifestazione nel nome della legalità, un'assemblea pubblica per manifestare solidarietà al sindaco e per discutere del fenomeno della violenza contro gli amministratori comunali.
 

In Primo Piano
Il caso

Fucilate contro le telecamere della videosorveglianza a Orgosolo

Le nostre iniziative