La Nuova Sardegna

Oristano

Divisi in bravi e somari: gli alunni chiedono i danni

Michela Cuccu
Divisi in bravi e somari: gli alunni chiedono i danni

Oristano, richiesta di risarcimento all’insegnante accusata di abuso dei metodi correttivi. Il pm aveva sollecitato la condanna a un mese, le parti civili vogliono 25mila euro

12 ottobre 2019
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ORISTANO. Da una parte gli studenti bravi, che facevano regolarmente lezione, dall’altra gli “asini” che potevano anche non seguire «lasciati liberi di fare altro, anche salotto». Una classe a due velocità, è quella che ieri mattina, gli avvocati di parte civile Doriana Perra e Angelo Battista Marras, hanno rappresentato davanti alla giudice Elisa Marras al processo che si sta celebrando con rito abbreviato per un’insegnante accusata di aver ghettizzato parte di una classe.

Ieri la parola è stata data agli avvocati, dopo che nell’udienza precedente, il pubblico ministero Daniela Caddeo, aveva concluso chiedendo la condanna a un mese per la docente. Richiesta alla quale si sono uniformati anche i legali di parte civile, che però hanno anche sollecitato il pagamento di 25mila euro quale risarcimento dei danni morali sia per un genitore degli alunni che per un’alunna.

L’avvocatessa Doriana Perra si è soffermata, in particolare, sugli atteggiamenti che l’insegnante teneva nei confronti dei suoi allievi, rivolgendosi a loro con appellativi pesanti, come «ignorante», «analfabeta» o «bulla». Questo e altro sarebbe avvenuto nell’anno scolastico 2015- 2016, nella classe di una scuola di un paese dell'Alto Oristanese. Una situazione che gli avvocati Perra e Marras hanno detto fosse ben conosciuta anche dal corpo docente, ma che mai era venuta a galla fino a una mattina del maggio 2016, quando, la madre di un alunno fece irruzione in aula durante la lezione, lanciando accuse all’insegnante colpevole a suo parere di aver escluso una parte degli studenti dall'attività didattica. I toni alterati della discussione che ne scaturì misero in allarme il resto della scuola e dovettero intervenire i carabinieri per riportare la quiete.

Da quell’episodio iniziarono le indagini e i carabinieri che ascoltarono diverse persone ricostruirono una vicenda fatta anche di punizioni singolari, come costringere un allievo per un’intera lezione a star seduto sul banco con la faccia rivolta al muro. Un abuso dei metodi di correzione che secondo l’avvocato Agostinangelo Marras, difensore della docente che nel frattempo ha ricevuto una censura dai suoi superiori ed è stata trasferita in un’altra scuola non ci sarebbe stato. «Questo è un processo muto perché le indagini sono state svolte non ascoltando i testimoni diretti, ma coloro che avevano sentito il racconto da altri». La difesa ha spiegato in sostanza che le reazioni dell’insegnante, erano il frutto del pessimo andamento degli alunni e di una situazione diventata ingestibile per via del loro comportamento inqualificabile, come quando una studentessa lanciò una bottiglietta contro la finestra. Il processo riprenderà il 25 novembre.

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