La Nuova Sardegna

Centomila per le Frecce tricolori

Centomila per le Frecce tricolori

Stintino, spettacolare esibizione della pattuglia acrobatica

14 luglio 2008
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STINTINO. Non fai neppure in tempo ad avvertire il rombo dei motori, che i dieci jet ti sfrecciano sulla testa. Un ingresso a effetto, quello della Pattuglia acrobatica nazionale, conosciuta in tutto il mondo come «Le frecce tricolori». Uno spettacolo grandioso, 25 minuti di adrenalina pura anche per chi sta comodamente seduto sulla spiaggia per festeggiare i ventesimo anniversario dell’autonomia del comune di Stintino da Sassari.

Una manifestazione la cui organizzazione era iniziata un anno fa, quando un ufficiale dell’Accademia navale di Livorno e un collega dell’Aeronautica avevano trascorso una breve vacanza a Stintino. Una festa che ieri si è concretizzata davanti alle spiaggia delle Saline, ma gli spettatori (centomila, secondo una prima stima) erano distribuiti lungo la costa: dalle Tonnare a Ezzi Mannu, dallo stagno di Pilo a Fiume Santo.

Praticamente perfetta l’organizzazione, almeno a sentire chi aveva assistito allo stesso spettacolo a Porto Rotondo, lo scorso anno. Un’organizzazione che l’amministrazione comunale di Stintino ha curati fin nei minimi particolari, con la collaborazione di polizia, carabinieri, guardia di finanza, guardia costiera, vigili urbani e barracelli stintinesi, ma anche barracelli di altri paesi del circondario che hanno colloborato a regolare l’afflusso e il deflusso degli spettatori. E grazie ai proprietari dei terreni che si affacciano sulle spiagge, il comune è riuscito a risolvere il problema più importante e cioè quello dei parcheggi, con oltre 17 mila posti auto. Qualche disagio solo in serata, quando si è creato un enorme ingorgo sulla via del ritorno.

Eppure ieri mattina più di uno, a Stintino, si deve essere preoccupato: nuvole nere e basse, scrosci d’acqua che non facevano presagire niente di buono, una tempesta di fulmini visibile anche da Sassari. Poi il vento che da maestrale girava a tramontana, ha ripulito il cielo, anche se ogni tanto le nuvole ammorbidivano i raggi del sole di luglio. Unica vittima del vento, il dirigibile che non si è potuto levare in volo.

Ad aprire le danze, come da programma, gli ultraleggeri del campo di volo di Platamona, seguiti dal primo Yak pilotato da Giovanni Valmori, comandante di Meridiana, e dall’Rvs pilotato da Renzo Piacenti. Aerei piccoli, maneggevoli, spettacolari, che hanno poi lasciato posto ai «Blue Voltige», coppia di velivoli lenti, tanto che il loro volteggiare assomigliava a un valzer inglese. Il tutto con il commento dello speaker ufficiale della manifestazione che snocciolava dati tecnici degli aerei, le ore di volo dei piloti, il nome di ogni singola figura.

A restituire al pubblico un pizzico di movimento, ci hanno pensato prima l’elicottero della Guardia costiera, poi un piccolo Canard manovrato da Diego Scaglia, il biplano Pitts di Luigi Racciopoli e la pattiglia degli Yak Italia. Quattro aerei pilotati da professionisti dell’aria che hanno offerto i primi brividi al pubblico delle Saline. Un piccolo antipasto di quello che sarebbe accaduto da lì a pochi minuti. Ancora un po’ di pepe con l’elicottero dell’Aeronautica militare che sembrava «divorare» gli spettatori sul bagnasciuga e poi è iniziata l’attesa. Un’attesa che è durata pochissimo, forse un paio di minuti.

Poi le Frecce, dieci Aermacchi MB339, sono arrivate alle spalle degli spettatori, che attendevano la pattuglia dal mare. Da quel momento in poi è stato spettacolo allo stato puro, con il commento di uno dei componenti del 313º Gruppo di addestramento acrobatico. Uno spettacolo trascinante, tanto che anche gli spettatori più compassati non hanno lesinato applausi o soluti col cappellino alle Frecce in volo. Looping, volo rovesciato, cabrate, picchiate, incroci mozzafiato.

E le figure più conosciute come la Bomba, il Ventaglio. O le più recenti quali il Cuore o il doppio incrocio con formazione che si divide in alto. E il solista. Un cavaliere solitario che sembra fare di testa sua, ma che invece ripete figure e passaggi ripetuti fino alla nausea. Con il comandante Massimo Tammaro che, a terra, dialoga con il centro radio e con i piloti. E con il capo squadriglia che impertisce gli ordini in volo, ordini che il pubblico sente negli altoparlanti.

“Ora!”, “gregari!”, ordini secchi che precedono di un attimo il cambio di formazione o il passaggio radente del solista che sembra cavalcare un cavallo imbizzarrito. Venticinque minuti che sembrano due. Poi le Frecce volano via, dopo l’ultimo passaggio in formazione con i fumi tricolori. Che ti lascia un pizzico di malinconia perché lo spettacolo è unico. Ma anche in pizzico di orgoglio italico. Perché le Frecce Tricolori sono uniche al mondo.
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