La Nuova Sardegna

Quirra, nelle ossa di in un agnello con due teste uranio non naturale

Quirra, nelle ossa di in un agnello con due teste uranio non naturale

I dati emergono dalle analisi del professor Massimo Zucchetti, consulente del Procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, che indaga sugli effetti che le esercitazioni militari possono aver avuto su uomini e animali

11 aprile 2011
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NUORO. Un agnello nato con due teste, nelle cui ossa sono state trovate "tracce di uranio non naturale", potrebbe confermare l'ipotesi che tra Perdasdefogu e Quirra siano state utilizzate armi con materiale radioattivo. Il sospetto è venuto attraverso le analisi rese note dal professor Massimo Zucchetti, docente di impianti nucleari al Politecnico di Torino e consulente del Procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, che da mesi indaga sull'incidenza che le esercitazioni militari effettuate nel poligono militare possano aver avuto sulla salute di uomini ed animali.

Sarà lo stesso magistrato che, ricevuti gli incartamenti relativi alle analisi, deciderà se e come utilizzare i documenti all'interno della delicata inchiesta. Il professor Zucchetti ha fornito alcuni particolari parlando sabato notte a Rai News 24 e annunciando ulteriori e più precise notizie una volta che il laboratorio dove sono stati analizzati i reperti chiarirà i dettagli delle analisi.

L'agnello con due teste era nato a Escalaplano nel 2003 e da quando, anni fa, venne analizzato nel laboratorio specializzato di Bologna, il referto non venne mai ritirato. Ora il responso che non ammette dubbi: nelle ossa dell'ovino vi è "uranio non naturale", in grado, di creare danni ai figli degli animali che sono venuti in contatto con quella sostanza.

Si tratta di un nuovo elemento di indagine, quindi, per il procuratore Fiordalisi, che indaga sul presunto utilizzo nel Poligono sardo di armi con uranio impoverito, e che le scorse settimane ha anche decisione di far riesumare una ventina di allevatori, morti fra il 1995 ed il 2010 a causa di tumori al sistema linfo-emopoietico per accertare se vi siano contaminazioni da sostanze radioattive.
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