La Nuova Sardegna

Febbre del Nilo, decine di cavalli morti

Enrico Carta
Cavalli al pascolo, a sinistra una gara a Chilivani
Cavalli al pascolo, a sinistra una gara a Chilivani

Molte carcasse sarebbero state smaltite illecitamente dai proprietari per evitare i controlli

25 settembre 2011
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ORISTANO. Nessuno lo dice, ma l'epidemia si espande ogni ora che passa. Viaggia per le campagne assieme alle zanzare e infesta scuderie e allevamenti: ieri due nuovi focolai sono stati individuati a Paulilatino e Arborea. Secondo la Asl i casi di cavalli morti per le punture di zanzare killer continuano a risultare quattro, ma basta fare un giro nell'ambiente ippico per capire che la situazione è molto più grave. Quasi drammatica con decine di cavalli morti.

Le cifre crescono perché, accanto ai dati ufficiali, ci sono quelli non riscontrabili. E, come la stessa Asl conferma, sono parecchi. Prima che il servizio di veterinaria dell'Azienda sanitaria scendesse in campo è più che probabile che molti cavalli siano morti per lo stesso virus che ormai è diventato un incubo. I casi di contagio non individuati - stando anche alle informazioni prese direttamente nelle scuderie e negli allevamenti - sarebbero una cinquantina. In più si aggiunge la paura ingiustificata di denunciare gli episodi che per troppe settimane sono rimasti sotto silenzio.

Il primo dubbio da dissipare è che fine abbiano fatto questi cavalli, ma in realtà non ci vuol molto per intuire che, in alcuni casi, lo smaltimento illecito potrebbe essere iniziato ben prima che saltasse fuori il "caso zero" di animale malato e ufficialmente riscontrato.

Chi vive nel mondo dei cavalli sa benissimo che non è infrequente che ci siano animali non registrati alle anagrafi e che i proprietari non hanno alcuna difficoltà a far sparire nel caso in cui muoiano in seguito a malattie. In ogni caso anche se fossero regolarmente detenuti, una denuncia di furto o di smarrimento ovvierebbe ogni problema e controllo.

Ambienti ben informati danno per certo l'avvio della pratica del seppellimento illecito dei cavalli. L'attività degli escavatori negli ultimi giorni sarebbe stata piuttosto frenetica. Molti allevatori ne avrebbero chiesto l'intervento per far sparire in fretta e furia le carcasse così da evitare problemi che in realtà non ci sarebbero mai stati, perché le procedure della Asl sono chiarissime e senza rischi.

Fatto sta che questo è un mondo particolare, fatto anche di gelosie e c'è chi non gradisce i controlli per paura che venga scoperta qualche irregolarità nelle vaccinazioni o nelle documentazioni. Così si agisce in gran segreto, magari con l'aiuto di qualche amico compiacente. Ma il timore principale degli allevatori o dei proprietari di cavalli non è questo. In molti casi ci sono di mezzo interessi di non poco conto. È il caso di circoli ippici, di allevamenti che dall'attività equestre guadagnano o hanno quel sostegno che consente di non chiudere i battenti.

Il rischio di veder blindata la propria attività per settimane a causa della malattia, non piace a nessuno e così si preferisce evitare di avvisare la Asl e di cercare di sbrigare la questione col fai da te, aspettando che passi la tempesta. L'inverno e il freddo dovrebbero infatti fungere più di qualunque vaccino, provocando la morte delle zanzare infette.

Mentre i dubbi e le paure aumentano col passare delle ore e il manifestarsi del contagio, sembrano ormai pochi gli angoli della provincia di Oristano risparmiati dall'epidemia. Per il momento sembrano salvi - questo almeno è ciò che risulta al responsabile del Servizio di veterinaria della Asl, Antonio Montixi - gli allevamenti dell'Alto Oristanese, quelli della Planargia e di buona parte del Montiferru, fatto salvo il caso di Seneghe.

Nel sud, in particolare in Marmilla, la situazione va peggiorando. Intanto quel che più si temeva è ormai realtà: a Oristano e dintorni è quasi un disastro. Sintomi riferibili al virus West Nile Disease sono ormai presenti in decine di allevamenti. Dalla zona dietro la stazione ferroviaria di Oristano, dov'è custodita la maggior parte dei cavalli dei partecipanti alla Sartiglia e di cavalli da corsa per i palii, i casi si moltiplicano.

La febbre del Nilo si diffonde a macchia d'olio e pare abbia colpito persino tre esemplari di cavallini della Giara allevati nelle scuderie del Giara Oristanese, da sempre in primo piano nell'organizzazione di eventi equestri, tra cui la Sartigliedda. La Società Oristanese di Equitazione attende l'esito delle analisi fatte nei giorni scorsi. Anche Palmas Arborea, Arborea e Santa Giusta hanno il loro daffare e purtroppo l'elevata percentuale di mortalità dei cavalli infettati - si sfiora il 40 per cento- non lascia aperta la porta a troppe speranze nonostante i vaccini. L'impressione è che la moria non si fermerà a breve.

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