La Nuova Sardegna

Seneghe. Un convegno ha ricordato uno dei personaggi più illustri del Psd’Az

Sardisti e fascismo: la figura di Paolo Pili

Piero Marongiu
Leopoldo Ortu (pi.maro.)
Leopoldo Ortu (pi.maro.)

06 novembre 2011
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 SENEGHE. Parte dalla costituzione del Partito Sardo d'Azione avvenuta, tra il 17 e il 18 aprile del 1921, nel palazzo degli Scolopi di Oristano, l'analisi sulla figura di Paolo Pili e del sardo-fascismo, di cui il politico seneghese fu un elemento di primissimo piano, tracciata nel convegno organizzato dalla fondazione Sardinia e tenutosi nel paese del Montiferru, di cui Pili era originario.  Dopo la prima guerra mondiale che aveva causato la morte o la mutilazione di migliaia di giovani sardi, molti dei quali soldati nella Brigata Sassari, i reduci, organizzati in sezioni combattentistiche dai loro ex ufficiali, presero coscienza di essere un popolo unito e non un gruppo di contadini ignoranti privi di dignità e incapaci di rivendicare i propri sacrosanti diritti ai governati italiani che li avevano sacrificati nelle trincee del nord Italia.  Le cronache ufficiali dicono che Paolo Pili è stato l'uomo che ha concluso la fusione del Partito sardo in quello Nazionale fascista. Pochi, però, sanno che ad iniziare il discorso che doveva far confluire i sardisti nel partito delle camice nere era stata un'altra figura di spicco del partito sardo: Emilio Lussu, mentre Pili non era d'accordo. «Fu lo stesso Lussu - precisa lo storico Leopoldo Ortu - ad insistere in quel senso perché, in quel momento, dopo Camillo Bellieni, era Pili il segretario del partito. Questo fatto non evitò a Pili di essere ritenuto colpevole delle scelte fatte anche da altri, e di subirne fino in fondo le conseguenze».  Lo stesso Paolo Pili, nel 1975, diede a Leopoldo Ortu cinquanta buste contenenti documenti inediti su fatti che lo avevano visto protagonista e vittima di quegli anni. «Mi riprometto - dice il professor Ortu -, per dovere di verità, di pubblicare i documenti che lo stesso Pili mi aveva concesso di fotocopiare dagli originali». La figura di Paolo Pili uscita dal convegno seneghese, coordinato dal sociologo Salvatore Cubeddu che ha dialogato con Leopoldo Ortu e Mario Cubeddu, è quella di un uomo che ha vissuto il suo tempo da protagonista, forse anche sbagliando, ma assumendosi fino in fondo le responsabilità che gli competevano e merita sicuramente di essere rivalutata.
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