La Nuova Sardegna

Ardara. Disperata protesta della madre del ragazzo ucciso a ottobre

In catene per una casa popolare

Giovanna Soddu davanti alla porta della casa popolare
Giovanna Soddu davanti alla porta della casa popolare

29 gennaio 2012
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 SASSARI. Incatenata davanti alla porta di un alloggio popolare vuoto per rivendicare il diritto ad avere una casa. Giovanna Soddu, 50 anni, madre del ragazzo ucciso a ottobre dall'ex assessore Sebastiano Foe al culmine di un violento litigio, da due giorni ha avviato una drammatica forma di protesta in corso Vittorio Emanuele. «Non so dove stare - ha detto la donna che tiene in mano una foto del figlio morto - e spero che il Comune mi aiuti».  «Sto qui da ieri notte - ha detto ancora Giovanna Soddu, seduta per terra e con una coperta sulle gambe -. Sono ammalata, soffro di pressione alta e ho tanti problemi, ho bisogno di aiuto. Qui fa freddo, io e mio marito non abbiamo più una casa, non sappiamo davvero dove andare».  La protesta della donna è cominciata venerdì notte. Non avendo altre alternative, Giovanna Soddu e suo marito - che ha avuto una occupazione nei cantieri comunali - hanno deciso di manifestare davanti alla porta di una casa popolare non occupata. Si tratta di un alloggio di corso Vittorio Emanuele, nel complesso che ospita gli alloggi storici che - in qualche caso - sarebbero stati anche riscattati dagli inquilini.  La casa era occupata fino a qualche tempo fa da un assegnatario (a quanto pare interessato al riscatto) che nel frattempo si sarebbe però trasferito in un'altra abitazione. La donna non sarebbe in graduatoria per l'assegnazione degli alloggi popolari, quindi la situazione è piuttosto complicata. La vicenda viene seguita dai Servizi sociali del Comune di Ardara.
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