La Nuova Sardegna

Eurographics, il mondo in tre dimensioni

di Walter Porcedda
Eurographics, il mondo in tre dimensioni

Ieri ha chiuso a Cagliari il meeting con scienziati e ricercatori da tutto il mondo. In evidenza anche gli operatori sardi

19 maggio 2012
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CAGLIARI. Thomas Henry Huxley, nonno del celebre Aldous, il visionario scrittore del “Nuovo mondo”, biologo e filosofo vissuto in Inghilterra a metà dell’Ottocento, entusiasta della ricerca scientifica dava un consiglio di grande saggezza, da usare ancora oggi in tempi di passi avanti incredibili nella tecnologia. Diceva: «Poniti dinanzi agli eventi come un bambino, e sii pronto ad abbandonare ogni preconcetto. Vai umilmente dovunque e in qualunque abisso la Natura ti conduca; o non apprenderai nulla».

Ed è con gli occhi di un bambino che spesso scopriamo gli incredibili progressi da gigante compiuti nei videogiochi sempre più raffinati per consolle, Playstation o Xbox, cadendo letteralmente rapiti dalle immagini in terza dimensione, filtrate dagli occhialini, del film “Avatar” campione di incassi nelle multisale e nuovo limite da superare per chi lavora nella grafica in 3d applicata al cinema. Ma non solo al cinema.

Ad “Eurographics 2012”, per la prima volta in Sardegna, da lunedì fino a ieri, negli spazi del Palacongressi della Fiera, si sono dati convegno – per iniziativa dell’associazione e del gruppo Visual Computing del Crs4 e dll’Università di Cagliari – quattrocento tra studiosi, scienziati e operatori. Massimi esperti mondiali delle università americane accanto a rappresentanti di aziende basate in Lussemburgo o laboratori di ricerca tra Mosca e Amsterdam. Professori dall’aria assorta accanto a giovani “geek” , tutti con l’immancabile tablet o notebook sotto il braccio. Fior fiore di star come Paul Debevec, premio Oscar, inventore di effetti speciali da “Superman” a “Il curioso caso di Benjamin Button” , Jacopo Pantaleoni, ricercatore Nvidia che ha lavorato proprio sugli effetti del film “Avatar” e altri ancora come Leila De Floriani e Holly Rushmeyer, protagonisti di conferenze seguitissime (tutte rigorosamente in inglese).

E poi tanti stand popolati da aziende produttrici di schermi olografici e nuovi sistemi per rilevare e fotografare in 3d, simili a dei phon che vengono indirizzati attorno alla figura di un uomo che spunterà replicato nel suo Alias in un monitor pc in tempo quasi reale. Reeka Yassaie di Imagination reclutatrice di nuove idee e futuri scienziati mentre “One 2 one” è la formula che permette l’incrocio tra i partecipanti per sviluppare progetti e sinergie.

Qualificata e sorprendente la partecipazione di un piccolo nucleo di imprese sarde operanti nel campus di Pula.

La 3ddd di Filippo di Todaro raccoglie curiosi mostrando volti riprodotti in silicone da stampanti 3d, grazie a un software che ricostruisce profili e reperti archeologici con precisione stupefacente (un tempo operazioni manuali). Paolo Maggi spiega invece come Nice (tra Asti e Pula) abbia messo a punto un sistema di visualizzazione remota che consente di accedere a software complessi (per esempio il Cad) anche dall’altra parte del globo. Quelli di El-Pro con Cruel Design e Pharmaness con il “Mouse brain Atlas 3d” invitano a un immaginifico viaggio virtuale tridimensionale nel cervello di un topo. Gexcel (tra Brescia e Pula) vanta sistemi di rilevamento 3d, anche in grandi numeri, per industria e costruzioni. Sono presenti nei cantieri per la ricostruzione dell’Aquila, nei grattacieli di Milano come negli scavi archeologici in Galilea.

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