La Nuova Sardegna

Giunta e Comuni: il Ppr? Sì a vincoli ma regole certe

di Filippo Peretti
Giunta e Comuni: il Ppr? Sì a vincoli ma regole certe

L’assessore Rassu: «Niente cemento nelle coste, né lottizzazioni nell’agro»

17 luglio 2012
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CAGLIARI. Giunta regionale e sindaci salutano con favore l’avvio del dialogo tra maggioranza e opposizione sul nuovo Piano paesaggistico. «Basta con gli scontri ideologici, basta con i fondamentalismi, nessuno vuole cementificare le coste né lottizzare l’agro, il paesaggio è per tutti un patrimonio da tutelare», dice l’assessore all’Urbanistica, Nicola Rassu (Pdl). Gli fa eco il presidente dell’Anci, Cristiano Erriu (Pd): «Niente passi indietro nelle norme di salvaguardia, ma servono regole e procedure più snelle e certe, con il coinvolgimento diretto dei Comuni nelle scelte». Si vedrà il 24, quando il Consiglio regionale avvierà il dibattito sulle idee guida illustrate venerdì dal governatore Ugo Cappellacci, se la svolta impressa dal Pd produrrà un clima politico nuovo. È la svolta annunciata dall’ex assessore Gian Valerio Sanna (che scrisse il Ppr della gestione Renato Soru) secondo la quale quel Ppr deve essere «rivisto ma non stravolto» per essere reso finalmente efficace soprattutto nelle sue parti che incoraggiano i «comportamenti virtuosi». Nelle dichiarazioni alla Nuova Sanna aveva spiegato: «Le regole rigide del nostro Ppr, in alcuni casi persino vessatorie, erano necessarie per imporre una nuova cultura del paesaggio, quella battaglia è stata vinta e anche sui Comuni si può avere più fiducia».

Siccome negli anni sono stati numerosi gli annunci poi traditi dai fatti, la prudenza è d’obbligo soprattutto nel campo dell’urbanistica e in quello della tutela dell’ambiente e del paesaggio. Ma l’assessore Rassu giura sulla buona volontà e sulla lealtà della giunta: «Non è vero che stiamo puntando alla cementificazione delle coste, il nostro obiettivo, mantenendo inalterata la tutela, è quello di semplificare le procedure: oggi, persino per le pratiche minori, sono previsti otto passaggi burocratici e quattro anni di attesa. Non è accettabile». Rassu ha quindi detto che per la parte delle coste «abbiamo riproposto le linee guida del Ppr di Soru, quindi la cornice è la stessa». Sì, ma poi la stessa giunta Cappellacci afferma che la fascia costiera non è più un bene paesaggistico in sè ma un «sistema ambientale ad alta intensità di tutela». Una modifica che ha creato più di un sospetto. Perché è stata introdotta? «Per semplificare le procedure, per evitare la ripetizione dei passaggi burocratici della tutela del paesaggio. C’è già quello del ministero, per cui nella sostanza non cambia nulla: quello che non si poteva fare prima non lo si potrà fare neanche ora. Non ci sono rischi perché ci sarà swempre la vigilanza di Comune, Regione e ministero».

Nicola Rassu ha aggiunto che «il Ppr di Soru ha tradito le linee guide in molte parti, soprattutto in quelle legate allo sviluppo sostenibile, alla green economy, ai processi partecipativi, alla snellezza delle procedure, alla progettualità territoriale. Sono rimasti solo i vincoli, è’ un Ppr inapplicabile, tanto è vero che solo dieci Comuni su 370 hanno adeguato il Puc». Nei palazzi comunali «ci sono migliaia di pratiche ferme per la confusione delle regole. Noi abbiamo accolto le richieste dei Comuni e vogliamo inserire regole certe e snelle, senza possibilità di interpretazioni o di favoritismi. Il sistema dell’intesa, per intenderci, non è più previsto».

E le aperture nell’agro? «Noi pensiamo – ha detto Rassu – che sia giusto consentire a chi ha almeno un ettaro di terreno di costruire una stanza funzionale alla conduzione del terreno, anche se non è ufficialmente un agricoltore. Non è un assalto alla speculazione, non c’è alcuna possibilità di fare lottizzazioni, ma bisogna verificare un progetto che rilanci le zone interne, che incoraggi le iniziative, che costruisca un rapporto con il sistema costiero». I sospetti sulle intenzioni della giunta sono nati anche per il piano casa. «Ma guardiamo i dati: gli ampliamenti autorizzati sono stati mediamente di 30 metri cubi di columetria, per un totale di un milione in tutta l’isola. Quanto le intese sulle coste hanno consentito negli anni scorsi a tre soli operatori. E i cementificatori siamo noi? Dialoghiamo, siamo pronti e apprezziamo la linea dell’ex assessore Sanna».

Per il dialogo è anche Cristiano Erriu: «E’ la linea dell’Anci già con la gestione di Tore Cherchi, perché i sindaci pensano che il Ppr in vigore abbia regole e procedure troppo complesse. E chiedono di essere coinvolti nelle scelte, ad esempio sugli immobili che meritano di essere tutelati». Non c’è il rischio che il livello di tutela crolli? «No – ha risposto Erriu – perché il paesaggio è ormai un bene essenziale per tutti, è l’occasione su cui costruire un nuovo sviluppo, nelle coste e nelle zone interne. Noi chiediamo regole certe e chiare, anche per evitare di correre il rischio di passi indietro». Le idee guida illustrate da Cappellacci sono state giudicate come «generiche» da Erriu, secondo il quale la materia andrà specificata meglio: «Ci sono cose condivisibili – ha detto Erriu – come la scelta della via paesaggistica allo sviluppo, ma è una linea che va specificata meglio soprattutto nelle politiche di settore». Sarà inoltre importante «semplificare le procedure e introdurre regole certe, perché oggi gli stessi sindaci, ma gli imprenditorie, le famiglie, singoli cittadini, si lamentano perché la confusione normativa di fatto blocca tutto, anche quello che di fatto sarebbe consentito».

Domani, anche come sindaco di Santadi, Erriu parteciperà alla riunione degli amministratori locali del Pd convocata dal capogruppo regionale Giampaolo Diana in vista del dibattito del 24. «Penso – ha detto il presidente dell’Anci – che emergeranno proposte per rivedere l’attuale Ppr ma senza stravolgimenti».

Sulla linea del dialogo si è inserito il coordinatore dei Riformatori, Michele Cossa, che è anche vice presidente del Consiglio regionale. «L’operazione che porta al nuovo Ppr – ha detto – deve coinvolgere tutti, maggioranza e opposizione, senza integralismi». Cossa si è detto contrario a norme che prevedano minacce per l’ambiente e il paesaggio, ma ha affermato che «bisogna guardare alla realtà e quindi vanno consentiti tutti i progetti che puntano a migliorare e correggere gli scempi commessi in tanti anni di speculazione».

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