La Nuova Sardegna

Cina a caccia di nanotecnologie mediche

Cina a caccia di nanotecnologie mediche

L’ambasciatore di Pechino ha incontrato il sindaco di Sassari ed è rimasto colpito dal centro ricerche di Porto Conte

21 agosto 2012
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SASSARI. Cos’ha Sassari che la Cina vorrebbe? Cosa ci invidia il paese destinato a diventare la prima potenza mondiale? Sicuramente il mare e le spiagge. L’ambasciatore Ding Wei non ha avuto il tempo per ammirarle con i suoi occhi, ma ne ha sentito parlare. «Avete una costa tra le più belle del pianeta, una grandissima risorsa». Ecco perché la possibilità di scambi turistici non è affatto remota: «Un milione di cinesi ogni anno visita l’Italia – dice l’ambasciatore – quasi tutti scelgono come meta le grandi città piene di storia, come Roma, Firenze, Milano e Venezia. Ancora le vacanze all’insegna del mare e del relax non hanno fatto presa nella nostra cultura, ma ci stiamo arrivando. Sassari da questo punto di vista può essere interessante». Il sindaco Gianfranco Ganau, il vicesindaco Gavino Zirattu, il presidente della Camera di Commercio di Sassari, Gavino Sini, il presidente di Confindustria Nord Sardegna, Pierluigi Pinna, il presidente del Consorzio Asi, Franco Borghetto, , il direttore generale del Comune di Sassari, David Harris hanno cercato di sponsorizzare il territorio. Agroalimentare, turismo, portualità. Il sindaco ha buttato lì anche il discorso della chimica verde e di E.On. L’ambasciatore ha ascoltato con apparente curiosità, ed è intervenuto senza mai sbilanciarsi su prospettive concrete. Anche perché la visita a Palazzo Ducale, come quella pomeridiana al rettorato dell’Università di Sassari, erano incontri di cortesia. Per il momento, l’attenzione della delegazione cinese è concentrata principalmente sul versante scientifico. Infatti l’Università di Sassari e soprattutto il centro di ricerche di Porto Conte hanno due argomenti forti che interessano alla Cina: le tecniche di formazione utilizzate nel reparto di cardiologia, e le nanotecnologie sviluppate con successo nei laboratori all’avanguardia di Porto Conte. «Gli scambi culturali e scientifici con la Cina – spiega il Rettore Attilio Mastino – vanno avanti da diverso tempo. Abbiamo diversi progetti di collaborazione in cantiere». In un convegno che si è tenuto a Pechino, il responsabile del Centro Cardio Sim dell’Aou, Antonello Ganau, tra le altre cose ha fatto cenno allla didattica innovativa utilizzata nel suo reparto, dove gli specializzando fanno pratica su manichini che simulano perfettamente le reazioni fisiche di un paziente. L’assistenza sanitaria, che in Cina può progredire notevolmente, è a caccia di nuove conoscenze e nuove tecnologie. La visita del centro ricerche di Porto Conte, a questo proposito, è stata il fulcro della giornata. Si tratta di un centro di eccellenza dove l'attività è focalizzata sulla ricerca avanzata nel campo dei nanomateriali e delle nanotecnologie: sintesi di nanomateriali tramite tecniche di autoassemblaggio sopramolecolare, sperimentazione con la luce di sincrotrone infrarossa. Il tutto per la produzione di sofisticatissimi materiali che trovano il loro impiego in medicina, in ingegneria e informatica.

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