La Nuova Sardegna

Un viaggio di tremila anni per scoprire “Sos zigantes”

Un viaggio di tremila anni per scoprire “Sos zigantes”

Rai Sardegna presenta un documentario in sardo sulle statue di Mont’e Prama

13 ottobre 2012
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SASSARI. "Sos zigantes nuragicos" è un documentario in limba della sede Rai della Sardegna, che andrà in onda domenica sulla terza rete Tv, alle 13. Il film di Antonio Rojch compie un viaggio di quasi tremila anni per svelare il mistero dei giganti di pietra di Monte Prama, nelle campagne di Cabras.

«Il documentario - ha detto il direttore di Rai Sardegna Romano Cannas - fa parte del progetto identitario che la Rai regionale ha promosso, per la valorizzazione della lingua e della cultura sarda. Il filmato è arricchito dall'ultima testimonianza dell'archeologo Giovanni Lilliu e da interventi di altri protagonisti della eccezionale scoperta del Sinis, forse la più importante del Novecento sardo».

Nella sua ultima intervista, poco giorni prima della morte, raccolta da Antonio Rojch, Giovanni Lilliu, che nel 1974 è stato fra i primi ad accorrere a Monte Prama dopo la storica scoperta, ha affermato "che i giganti dovranno stare dove sono stati ritrovati, a Cabras".

Nessuna polemica, ma forse è una sorta di testamento del padre dell'archeologia sarda.

Per quasi 4 anni un'equipe di archeologi, restauratori, ingegneri e artigiani del centro dei beni culturali di Li Punti della Soprintendenza di Sassari hanno ricomposto le statue di 28 giganti, con l'assemblaggio di 5172 frammenti. Un delicato lavoro eseguito anche con l'utilizzo del microscopio a scansione elettronica. Il lavoro non è finito: nel centro di restauro esistono frammenti di altre sedici statue , che non è stato possibile ricomporre, per la mancanza di importanti tasselli. La scrittrice Michela Murgia, che è nata a Cabras, nel documentario in un'intervista lancia un appello perché chi, senza conoscere il valore di questo grande patrimonio per la Sardegna, ha portato a casa, dai campi di Monte Prama, pezzi di braccia di giganti, teste, busti, archi o altri reperti dell'armata nuragica di calcare. Per gli archeologi della Soprintendenza di Sassari i giganti sarebbero stati scolpiti intorno all'ottavo secolo a.C., o addirittura nel X sec. a.C, e sarebbero antecedenti ai kouroi, alla grande statuaria greca, finora ritenuta la più antica del bacino del mediterraneo occidentale. Le statue sono fortemente stilizzate, gli occhi concentrici, con forme geometriche, quelle che gli studiosi definiscono "stile dedalico", unico nel mediterraneo.

Nel documentario aprono interrogativi ancora irrisolti, sul ruolo dei giganti nel santuario del Sinis. Tra le ipotesi la celebrazione di una gens nuragica aristocratica. Mancano ancora tante tessere per svelare il mistero .

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