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Morto Stefano Giovanardi, critico letterario e studioso

Morto Stefano Giovanardi, critico letterario e studioso

ROMA. Stefano Giovanardi, docente ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università del Molise, critico e studioso con una intima predilezione per la poesia del Novecento, è...

31 ottobre 2012
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ROMA. Stefano Giovanardi, docente ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università del Molise, critico e studioso con una intima predilezione per la poesia del Novecento, è morto ieri mattina a Roma, dopo breve e rapida malattia.

Nato a Roma il 28 gennaio 1949 si laureò in lettere alla Sapienza di Roma dove iniziò subito la sua carriera universitaria presso il dipartimento di italianistica, in cui rimase sino a quando divenne professore associato all’Università di Pavia, per passar, negli ultimi anni, alla cattedra all’Università del Molise. Era convinto che «la poesia fosse di per sè scandalosa, di per sè rivoluzionaria, la poesia è ’di per se»; quando è vera poesia, di per sè può cambiare le cose» e ha cercato di farlo capire a generazioni di studenti che ha contributo a formare con un’idea alta di letteratura. Per il pubblico dei lettori il suo nome resta forse legato principalmente a Repubblica, quotidiano su cui ha esercitato per decenni la critica letteraria, come su L’Espresso, in radio e su tante riviste, ove sono apparsi suoi saggi e interventi su Gabriele d’Annunzio, Luigi Pirandello, Carlo Emilio Gadda, Corrado Alvaro, Guglielmo Petroni, Tommaso Landolfi, Cesare Pavese, Gesualdo Bufalino, attento ai maestri d’inizio secolo, alle figure affermate come a chi si affacciava sulla scena negli anni Ottanta, da Albinati a Del Giudice, da Lodoli a Veronesi. Tra le sue opere si ricordano “La critica e Palazzeschi” (Cappelli, 1975); “La presenza ignota. Indagini sulla poesia simbolista italiana fra Otto e Novecento” (Istituto Enciclopedia Italiana, 1982), pagine in cui cercò di isolare la figura storica del simbolismo italiano, esaminandone i caratteri salienti, sciogliendo il nodo delle sue ascendenze e delle sue eredità; “La favola interrotta. Appunti di critica letteraria” (Transeuropa, 1990), raccolta di un decennio di recensioni con un importante saggio introduttivo su ruolo e funzione della critica letteraria, dopo gli anni della passione metodologica e delle discussioni teoriche, con poca metodologia applicata; “Storia della narrativa italiana del ’900” (Feltrinelli, 2004) che ha firmato con Giovanna De Angelis; “(Im)pure tracce. Caratteri della poesia italiana del ’900” (Unicopli 2006) del quale è autore insieme a Giorgio Barberi Squarotti e Niva Lorenzini Non meno importanti i volumi antologici: nel 1995 ha curato con Vincenzo De Caprio “I testi della letteratura italiana” (Einaudi) e nel 1996, con Maurizio Cucchi, “Poeti italiani del secondo ’900” per i Meridiani Mondadori.

È stato membro, capace di dare sempre il suo apporto personale, delle giurie dei più importanti premi letterari italiani, dal Campiello allo Strega.

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