La Nuova Sardegna

Il mondo si disfa Resta soltanto la forza dell’eros

di DIEGO CUGIA
Il mondo si disfa Resta soltanto la forza dell’eros

Esce oggi il nuovo romanzo di Diego Cugia Storia d’amore e di rivolta al ritmo del tango

21 maggio 2013
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DIEGO CUGIA. In attesa dell’amato, con lo sguardo fisso alla mulattiera che scendeva serpeggiante dalla collina, Blanca rivisse gli avvenimenti degli ultimi mesi, picchi di felicità e vortici di dolore alternati in un tango tumultuoso. La scoperta di discendere da una famiglia siciliana di misere origini le sembrò spiegare come mai si era sentita subito attratta da lui. Dopo quella prima notte al Bandoneón suo marito le era diventato straniero e nelle braccia dello sconosciuto tanguero aveva respirato, paradossalmente, aria di famiglia. Si sentiva in colpa per la morte di Caterina e per aver trattenuto in casa Manuel la notte che Moreno l’aveva assassinato. Ancora più in colpa per non aver creduto alla professione d’innocenza di Michele, in tribunale. Non vedendolo arrivare a El Paso, temette che fosse questa mancanza di fiducia la causa del suo ritardo. Lei non lo meritava, non lo meritava per niente. Fu proprio mentre questo pensiero la invadeva, che vide Michele stagliarsi sulla collina.

Tre soldati a cavallo si portarono la mano alla visiera. Un quarto, l'ufficiale, gli strinse la mano. Poi i quattro scomparvero nel crepuscolo. Maggio discese a passo d'uomo la bianca serpentina, fermò il suo cavallo con uno strappo alle redini. Sull'altra sponda aveva intravisto una donna che abbracciava il vento. Michele fece lo stesso gesto l'attimo prima di averla riconosciuta, perché il cuore è un genio che anticipa la ragione. Aprì le braccia in segno di eterna resa alla sua donna, che sembrava un tango dal mantello foderato di lamé. Lei si era già gettata nelle acque brune del Río Salado, con la potenza della sua femminilità irruente. Una folta pattuglia di golondrinas, le rondini in migrazione dalla California, garrì al loro abbraccio impetuoso. Dopo un ampio giro, le rondini tornarono sfreccianti a sorvolare il bacio, incuriosite dalle due divinità umane per tre quarti sommerse dall'acqua. Poi il concerto delle golondrinas si spostò su Buenos Aires, il cielo tacque, si fece buio.

Un falò fu il loro unico vestito per la notte.

Non si dissero neppure una parola. I loro corpi sapevano parlarsi senza bisogno di tante spiegazioni. All'alba, esclamarono contemporaneamente: «Ho fame», risero.

Fecero colazione con empanadas piccanti a una fiera del bestiame alla periferia della città. Si comprarono dei vestiti da gaucho. Mandarono un biglietto a Tio Pepe per avvisarlo che non sarebbero tornati subito e lo pregarono di andare a prendere Olivia in collegio, condurla alla Blanquita e vegliare su di lei.

Trascorsero giorni perfetti, ritrovandosi dove nessuno li avrebbe mai potuti cercare, poiché lasciavano decidere la strada a León e alla nervosa puledra che dalla Patagonia aveva riportato Michele a Blanca. Per sempre la loro vita fu segnata da quei pochi giorni di smarrimento e d'estasi. Sapevano che la felicità non si presenta mai due volte nello stesso modo e diluirla o risparmiarla è impossibile. La consumarono tutta. Vissero e furono vissuti dalla pampa argentina; destarono scandalo nei villaggi perché la loro passione si accendeva nei luoghi più disparati ed era cieca alle convenienze e ai costumi locali.

Una notte, fra le rovine di una chiesa, bivaccarono con una carovana di mercanti diretta a La Plata. Uno di loro possedeva un bandoneón e Michele suonò uno dei suoi tanghi. Blanca lo danzò da sola, sotto gli sguardi affamati di una trentina di maschi. Invece d'ingelosirsi, Maggio se ne compiacque. I movimenti erano così scabrosi che gli uomini non riuscivano a reggere la provocazione. Il loro amore era possente al punto che tutti gli altri se ne sentivano esclusi. Sebbene fosse già notte alta, decisero di ripartire subito per La Plata. Nessuno protestò, perché nessuno aveva intenzione di dormire senza una donna, dopo quel demonio di tango. Sul cigolio delle ruote dei carri che si allontanavano, fra la polvere densa, i loro sospiri di piacere s'imbevvero della stessa oscena spiritualità che anima la natura più selvaggia. Distesa nuda sopra il decrepito altare di legno della chiesa sconsacrata, Blanca si donò a Michele, che incarnò quei trenta uomini in fuga.(...) In questo miracolo d'amore, Blanca fu di tutti ma di lui soltanto.

© 2013 ARNOLDO MONDADORI EDITORE S.P.A., MILANO

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