La Nuova Sardegna

La Corte: «Lo Stato paghi subito il debito»

di Umberto Aime
La Corte: «Lo Stato paghi subito il debito»

Dichiarato inammissibile il ricorso della Regione contro il governo ma è dura la censura della Consulta per l’inerzia di Roma

23 maggio 2013
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CAGLIARI. La Corte Costituzionale ha deciso sulla «Vertenza Entrate» con undoppio binario di prima scelta. Se da un lato ha contestato allo Stato l’inerzia nel trasferimento delle risorse che spettano alla Sardegna (sono quasi un miliardo e mezzo), dall’altra ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Regione per conflitto di attribuzione tra enti contro la nota del ministero delle Finanze che nell’agosto del 2012 trasferiva solo una prima tranche di quanto dovuto. La Corte (presidente Franco Gallo) ha depositato ieri la sentenza.

Doppio binario. Il primo è quello che sa di sconfitta per la Regione. I giudici hanno scritto: «La nota impugnata – cioè quella del ministero –non appare un atto idoneo a influire sulle riconosciute competenze della Regione e soprattutto non contiene alcun elemento da cui si possa evincere la volontà dello Stato di negare alla stessa Regione le entrate dovute». Perché quelle entrate – ed ecco la seconda parte della sentenza, quella favorevole alla Sardegna – sono «proprio dovute», ha scritto la Consulta per poi aggiungere e censurare: «L’evidente inerzia dello Stato, che finora ha causato una tale incertezza da avere evidenti conseguenze negative sulle finanze regionali. A questa inerzia – continua la Corte – occorre porre tempestivamente rimedio, trasferendo senza ulteriore indugio le stesse risorse quantificate secondo lo Statuto regionale». Ed è questo il pezzo forte della sentenza, che può essere così riassunto: lo Stato deve saldare subito e in fretta il debito con la Sardegna.

Cappellacci soddisfatto. Il governatore lo è perché – si legge in un comunicato – «nella sostanza è stata confermata la nostra tesi: lo Stato era e continua a essere un debitore moroso nei confronti della Sardegna e dei sardi. Nell’impugnare l’atto, eravamo consapevoli del rischio di inammissibilità, ma il nostro scopo era far emergere in ogni passaggio il mancato versamento di quanto è dovuto alla Regione e proprio la Consulta ha ribadito che la nostra rivendicazione è fondata e per questo proseguiremo in questa vertenza con l’intransigenza sempre dimostrata».

Poi il passaggio sull’attualità: «Con la stessa determinazione – scrive ancora Cappellacci – proseguiremo nella richiesta che i vincoli del Patto di stabilità siano ora adeguati alle maggiori entrate previste e speriamo che questo avvenga attraverso un confronto dialettico e di leale collaborazione col governo Letta, sempre più obbligato a tenere conto dell’orientamento ribadito ieri dalla Consulta». Positivo il commento anche del deputato Salvatore Cicu del Pdl: «La legittimità della Vertenza Entrate è stata confermata ancora una volta e lo Stato, con la sua inerzia, non può continuare ad affossare la Sardegna».

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