La Nuova Sardegna

Elezioni regionali, i protagonisti della corsa del 2014

Elezioni regionali, i protagonisti della corsa del 2014

Oltre Cappellacci e Soru, ecco i nomi di chi sarà determinante nei prossimi mesi

04 giugno 2013
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CAGLIARI. Cappellacci sgomita, gli altri si guardano attorno. La corsa verso le Regionali del 2014 è esplosa in un battibaleno e, com’era prevedibile, si è trasformata subito in un festival di voci e smentite. Ecco, in ordine alfabetico, protagonisti vecchi e nuovi, possibili e immaginari della prossima sfida .

Francesca Barracciu. L’europarlamentare del Pd è ancora indecisa se candidarsi o meno. Con le primarie rinviate a settembre, avrà più tempo per pensarci. A Bruxelles è impegnata per il riconoscimento alla Sardegna dello stato di insularità, nell’isola ha fretta di stringere nuove alleanze.

Antonello Cabras. Nonostante le recenti polemiche sulla presidenza della Fondazione Banco di Sardegna, nel Pd conta ancora molto. Lo strappo con Soru è sempre forte. Potrebbe essere lui uno dei primi a dire no alla ricandidatura dell’ex governatore.

Ugo Cappellacci. Il presidente uscente si è autoricandidato da mesi. Il centrodestra sardo è molto più cauto, ma alla fine potrebbe lasciarsi imporre il Cappellacci-bis. Soprattutto se, come pare, Berlusconi in questo fine settimana ha dato il via libera al sequel dopo tre ore di colloquio, a Villa Certosa. Però, in Sardegna, alcuni pretendono le primarie anche nel centrodestra. Non certo Cappellacci, che, ottenuto il lasciapassare presidenziale, avrebbe detto ai fedelissimi: «Da oggi siamo in campagna elettorale».

Salvatore Cherchi. Nel Pd, il presidente della Provincia del Sulcis potrebbe essere un probabile candidato segretario nella successione a Lai, molto dipenderà dagli accordi fra le correnti.

Salvatore Cicu. Il deputato del Pdl è segnalato a disposizione della causa, ma solo se gli alleati del centrodestra dovessero opporsi, in coro, alla ricandidatura di Cappellacci..

Thomas Castangia. Il segretario cagliaritano del Pd è un emergente. Dopo aver sfiorato il successo nelle primarie di febbraio, è considerato un punto di riferimento dalla base che ritiene inaccettabile, a Roma, il governo di larghe intese Letta-Alfano.

Michele Cossa. Il coordinatore dei Riformatori pensa al Grande Centro in Sardegna, ma prima vuole sapere che fine farà Scelta Civica, È uno degli sponsor delle primarie nel centrodestra.

Mario Diana. Senza mai uscire dal Pdl, in Consiglio ha fondato, con Claudia Lombardo e Nanni Campus, il gruppo Sardegna è già domani e da allora è all’opposizione. Portavoce degli ex An rimasti nel Pdl, ha fatto capire che farà di tutto per sbarrare la strada a Cappellacci.

Roberto Deriu. Il presidente della Provincia di Nuoro, finora è stato l’unico del Pd ad aver detto in pubblico: «Mi presenterò alle primarie». Nel suo collegio, ha stretto accordi importanti per non rimanere schiacciato.

Cristiano Erriu. Nel Pd, il presidente dell’Anci fa parte della corrente che fa capo al sottosegretario alla Sanità, Paolo Fadda. Insieme potrebbero essere ancora l’ago della bilancia.

Mario Floris. L’attuale assessore agli Affari generali e leader dell’Uds potrebbe essere presto uno dei promotori del Nuovo Centro, per poi dettare le condizioni al Pdl.

Gianfranco Ganau. Nel Pd, il sindaco di Sassari è visto come un possibile candidato-presidente se il partito volesse uscire in fretta dai veti incrociati delle correnti. Dalla sua ha l’appoggio dei sindaci del centrosinistra, che oggi contano molto dopo il buon risultato nelle Amministrative.

Beppe Grillo. Il suo Movimento è l’incognita delle prossime Regionali. Parteciperà di sicuro, ma resta un mistero: chi sarà il suo candidato-presidente? Ci sarebbe già una rosa, a decidere sarà la Rete, anche se Grillo è alla ricerca di nomi forti, per evitare un secondo scivolone, Assemini a parte, dopo le Amministrative.

Silvio Lai. In questi mesi caldissimi, il segretario regionale del Pd ha retto bene botta. Continua a essere lui a dettare i tempi al partito, anche se l’unità di un tempo pare un ricordo e i renziani avanzano fino a premere per un cambiamento totale e generazionale. Lai potrebbe essere anche un possibile candidato-governatore nel 2014.

Claudia Lombardo. Il presidente del Consiglio regionale è per ora l’unica antagonista (seppure non ufficiale) di Cappellacci nel Pdl e dunque nel centrodestra. Continua ad apparire sopra le parti, ma è una strategia che potrebbe abbandonare presto.

Paolo Maninchedda. L’idea del Partito dei sardi è sua. Con il Psd’Az, i rapporti non sono buoni,, ma lui guida da tempo i sovranisti, e dopo l’esperimento ben riuscito a Macomer, con un’alleanza molto trasversale, le sue azioni sono in rialzo.

Michela Murgia. La scrittrice non ha confermato una sua candidatura alla guida della sinistra, dei movimenti e di parte degli indipendentisti. A metà mese, dopo l’assemblea di ProgReS, tutto sarà più chiaro.

Settimo Nizzi. Le quotazioni del coordinatore regionale del Pdl sono in ribasso dopo Politiche e Amministrative. I suoi rapporti con Cappellacci non sono migliorati. Poi se Berlusconi ha detto davvero sì alla ricandidatura del quasi nemico, per lui è un’altra sconfitta.

Giorgio Oppi. Il trionfo nelle Amministrative, soprattutto a Iglesias, ha ridato smalto al leader storico dell’ex Udc. Ex perché nel 2014, deluso dalla fusione nazionale dentro Scelta Civica, si presenterà con un partito regionale tutto nuovo e, come sempre, sarà uno di quelli che detterà le condizioni.

Mauro Pili. Il deputato del Pdl è un battitore libero, temuto dal suo stesso partito. Le ultime perfomance però hanno fatto capire che il movimento Unidos è partecipato e presto il centrodestra dovrà tenerne conto.

Giacomo Sanna. L’uscita del Psd’Az dal centrodestra ha rimescolato le carte. Ha proposto un candidato-presidente donna e aspetta una chiamata dal centrosinistra,

Francesco Sanna. L’antica amicizia col premier Letta, ora premier, ha ribadito il suo peso nel Pd sardo.

Franco Siddi. Segretario del sindacato nazionale dei giornalisti potrebbe essere il candidato esterno nelle primarie del centrosinistra,

Renato Soru. Non ha sciolto la riserva. Riuniti i fedelisssimi, a Oristano, ha detto che bisogna subito ricostruire il partito (la sua road map è questa: a settembre il congresso del Pd e poi le primarie di coalizione), proporre immediatamente un’ idea chiara e forte della Sardegna che vorremo e poi pensare ai nomi. Nel frattempo, ha smentito la vendita di Tiscali.

Luciano Uras. Il senatore di Sel continua a essere la spina nel fianco del centrosinistra e ha ancora molte carte da giocare.

Giorgio Todde. Il medico scrittore ha negato di essere quel possibile “Papa straniero” che alcuni vorrebbero alla testa del centrosinistra. (ua)

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