La Nuova Sardegna

La chiesa di San Salvatore, ricordo della battaglia di Uras

di Salvatore Tola
La chiesa di San Salvatore, ricordo della battaglia di Uras

Oltre che San Salvatore da Horta, che trascorse l’ultimo periodo della vita a Cagliari, in Sardegna si venera il Santissimo Salvatore, che è poi Gesù stesso, il Salvatore. A questo è dedicata, tra le...

16 luglio 2013
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Oltre che San Salvatore da Horta, che trascorse l’ultimo periodo della vita a Cagliari, in Sardegna si venera il Santissimo Salvatore, che è poi Gesù stesso, il Salvatore. A questo è dedicata, tra le altre, la chiesa che si trova a Uras, nel Campidano a sud di Oristano. La festa si tiene il martedì dopo Pasqua, ed è caratterizzata da un grande falò, acceso con la legna fornita dalle famiglie del paese. L’accensione avviene quando arriva la processione che conduce sul luogo la statua conservata nella parrocchiale. E la festa si concluderà con una seconda processione che compirà il percorso inverso. Ma la piccola chiesa è ricordata anche per un evento storico.

Il 14 aprile del 1470, che era quell’anno il sabato delle Palme, fu testimone dello scontro tra le truppe del viceré Nicolò Carroz e quelle di Leonardo Alagón, che era marchese di Oristano ma aspirava a maggiore autonomia e a domini più estesi; e per questo è visto come l’ultimo alfiere del sogno d’indipendenza dei sardi prima del sopravvento delle forze iberiche.

A Uras ebbe la meglio, ma pochi anni dopo Carroz si prese la rivincita, a Macomer, e riuscì a farlo prigioniero. La chiesa, che ha subito probabilmente delle modifiche da allora, si trova lungo la strada che collega il paese col raccordo a nord con la superstrada Cagliari-Sassari.

Per quanto sia inglobata ormai tra le abitazioni della periferia, conserva il suo sapore agreste, favorita dal fatto di trovarsi su un piccolo rialzo e circondata da un ampio spazio. A breve distanza si trova l’anfiteatro nel quale viene acceso il falò, “su foghidoni”. Si crede che abbia forza purificante, ma anche che sia un ricordo dei fuochi che – si dice – Alagón fece accendere dai suoi soldati la notte prima della battaglia.

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