La Nuova Sardegna

Magico Ritual, il «castello» di Baja Sardinia

di Dario Budroni
Magico Ritual, il «castello» di Baja Sardinia

Dagli anni Sessanta la creatura di Andres Fiore e di sua figlia Francesca è un punto di riferimento per le notti in Costa

01 settembre 2013
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BAJA SARDINIA. Avvolto da una magia fiabesca, immerso tra impetuosi giochi di roccia. Il castello del regno smeraldino è la fortezza di un mondo leggendario, infiammato da corone scintillanti, aristocrazia danzante e luci di vocazione psichedelica. Da quarantatre anni il Ritual è il fortino del piacere dell'anima, un capolavoro immortale tutto musica e granito.

«Ogni tanto mi guardo attorno e penso: ma quanto è bello! – confessa con un briciolo di commozione Francesca Fiore, figlia del mitico Andres, l'architetto parmigiano che sul finire degli anni Sessanta trasformò una collinetta di Baia Sardinia nel regno del jet set. – Mio padre comprò il terreno senza neanche averlo visto bene». «Era comunque in Sardegna già da qualche tempo, perché aveva una gioielleria a Porto Cervo – racconta ancora Francesca, alla guida del locale dalla scomparsa di Andres, ormai 10 anni fa –. Sulla collina c'era una bella grotta naturale. E lui se ne innamorò, tanto da dormirci dentro per tre notti. Così prima ne fece un punto d'incontro per intellettuali e artisti, poi un locale notturno, una discoteca, nell'agosto del 1970. Erano gli anni d'oro della Costa Smeralda». Attorno a quella grotta Andres Fiore costruì una struttura simile a un castello, tra il verde della macchia mediterranea, con tanto di guglie, giardini, varchi nascosti e antiche simbologie. Un'opera eccezionale ed estremamente raffinata, tanto da sedurre teste coronate, cantanti, attori e colossi dell'imprenditoria. Ma anche tante persone comuni. Memorabili le scorribande notturne della principessa Margaret d'Inghilterra, la sorella di Elisabetta. Oppure la mega festa dell'armatore Stavros Niarchos, allora l'uomo più ricco del mondo, alla quale presero parte anche Aristotele Onassis con la moglie Jacqueline Kennedy. Poi fu la volta di Carolina di Monaco, fino ai miti intramontabili dello spettacolo e del cinema internazionale. E in consolle? Ovviamente la moglie di Andres, Jacqueline, la prima donna dj d'Italia e oggi nonna premurosa. «Per me è stato un vero peccato non vivere quegli anni – continua con un po' di amarezza Francesca Fiore, nata soltanto nel 1981 –. Certi periodi non torneranno più, ma mi hanno raccontato davvero tutto. In tanti mi fermano per ricordare qualche aneddoto. Da poco, per esempio, anche un muratore che ha contribuito a costruire la struttura. Chiunque ha un ricordo legato al Ritual». Già, proprio così. Perché la celebre discoteca è stata frequentata da tutti. Non solo vip, ma anche tanti turisti e galluresi alla scoperta di un nuovo mondo tutto da ballare. Oggi però i personaggi sono cambiati e le teste coronate sono sparite, ma il castello del divertimento non ha di certo perso il suo fascino antico. Perché è sempre una delle discoteche più frequentate in assoluto. «Ho cominciato a dirigere il Ritual a 21 anni, insieme a Sebastiano, mio futuro marito. Non fu facile, perché fino ad allora in discoteca io ci ballavo e basta – continua Francesca –. Oggi il nostro programma prevede tante serate diverse tra loro. Poi siamo stati i primi a portare dj internazionali, famosi quanto pop star, con l'obiettivo di alzare il livello musicale. Inoltre vogliamo che il prezzo sia giusto e corretto, perché al Ritual bisogna venirci per divertirsi e lasciare i problemi fuori dalla porta. Ognuno può vestirsi come vuole. Alcune ragazze, per esempio, non vengono in tacchi ma in All Star. E per me questo è il massimo».

Insomma il Ritual si evolve. Non subisce il passare del tempo, ma quasi lo condiziona. Il motivo? Lo spiega direttamente Francesca: «È fatto di granito, piombo e ferro. Sarà lì per sempre».

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