La Nuova Sardegna

In palestra in orario di lavoro, Abbanoa licenzia assenteista

di Mauro Lissia
In palestra in orario di lavoro, Abbanoa licenzia assenteista

Investigatori privati sulle tracce dei dipendenti sospettati di imbrogliare l’azienda. I detective li fotografano e li filmano per poi consegnare una dettagliatissima relazione all’ufficio del personale

19 ottobre 2013
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CAGLIARI. E’ vero che Abbanoa deve far fronte a un indebitamento che si avvicina ai 900 milioni di euro, ma quando si tratta di far rispettare gli orari di lavoro il rigore è assoluto: i dipendenti sospettati di imbrogliare l’azienda vengono pedinati da un’agenzia investigativa, che li fotografa e li filma per poi consegnare una dettagliatissima relazione all’ufficio del personale. Se i sospetti vengono confermati scattano le sanzioni disciplinari, immediate e severe. Ne sa qualcosa Ignazio Marini, istruttore tecnico geometra, un cinquantenne che per anni si è occupato della manutenzione della rete idrica e fognaria nell’area cagliaritana: licenziato «per giustificato motivo soggettivo». Per accertare se marinasse il lavoro la direzione generale gli ha messo alle costole due Marlowe di provincia, che a giudizio della direzione generale hanno dimostrato le sue colpe: anzichè recarsi a operare su un impianto della periferia cagliaritana il 4 dicembre del 2012 Marini è rimasto a casa e poi è andato in palestra in un orario in cui risultava impegnato in interventi di lavoro. Altre cinque volte, ma sempre nello stesso mese, fra il 6 e il 19, il geometra è arrivato alla sede aziendale di via Eligio Porcu, a Quartu, con una o due ore di ritardo. Lui nega e i suoi difensori, gli avvocati Eligio ed Enzo Pinna, si preparano a portare davanti al giudice trentacinque testimoni che sostengono le sue tesi: al lavoro c’è andato. Non solo: il licenziamento, affermano i due legali nel ricorso al tribunale, è una sanzione eccessiva rispetto ai fatti contestati e documentati, per i quali le norme stabiliscono al massimo una sospensione. Dall’altra parte l’avvocato Siro Centofanti ribatte secco: col suo comportamento Marini ha ingannato la propria azienda, il vincolo di fiducia è irrimediabilmente caduto, la sanzione è pienamente giustificata, forse fin troppo mite.

Comunque sia la causa è in corso, ancora qualche mese e si vedrà chi ha ragione. Ma quello che conta è il segnale: il direttore Sandro Murtas, esperienze maturate come inflessibile capo del personale al Ctm, l’azienda del trasporto pubblico di Cagliari, ha ormai un filo diretto con l’agenzia investigativa dell’avvocato Fabrizio Melis e sembra deciso a insistere sulla linea dura. Una segnalazione e gli investigatori partono a caccia del dipendente in odore di infedeltà. Così ora ad Abbanoa si sa che lasciare al loro destino tubazioni e contatori idrici per imboscarsi in attività meno faticose può costare la busta-paga. I conti economici e i bilanci sono quello che sono, ma almeno gli orari di lavoro devono essere rispettati sempre e a puntino.

Tutto regolare? Se è vero che lo statuto dei lavoratori proibisce i controlli diretti sulla produttività individuale - telecamere e altri strumenti tecnologici - lo zelo indagatorio dei vertici di Abbanoa ha suscitato la curiosità della Procura, che attende per la prossima settimana la prima relazione del consulente Giuseppe Aste e della Guardia di Finanza sui conti della società pubblica in crisi finanziaria, primo passo dell’inchiesta per peculato aperta quest’estate contro ignoti. C’è infatti un problema di privacy e di costi investigativi, sul quale il pm Giangiacomo Pilia intende disporre approfondimenti. Non è che un elemento marginale di un’inchiesta che potrebbe sfociare di qui a breve in sviluppi clamorosi: si parla con insistenza di un’istanza di fallimento che partirebbe presto dagli uffici della Procura.

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