In palestra in orario di lavoro, Abbanoa licenzia assenteista
Investigatori privati sulle tracce dei dipendenti sospettati di imbrogliare l’azienda. I detective li fotografano e li filmano per poi consegnare una dettagliatissima relazione all’ufficio del personale
CAGLIARI. E’ vero che Abbanoa deve far fronte a un indebitamento che si avvicina ai 900 milioni di euro, ma quando si tratta di far rispettare gli orari di lavoro il rigore è assoluto: i dipendenti sospettati di imbrogliare l’azienda vengono pedinati da un’agenzia investigativa, che li fotografa e li filma per poi consegnare una dettagliatissima relazione all’ufficio del personale. Se i sospetti vengono confermati scattano le sanzioni disciplinari, immediate e severe. Ne sa qualcosa Ignazio Marini, istruttore tecnico geometra, un cinquantenne che per anni si è occupato della manutenzione della rete idrica e fognaria nell’area cagliaritana: licenziato «per giustificato motivo soggettivo». Per accertare se marinasse il lavoro la direzione generale gli ha messo alle costole due Marlowe di provincia, che a giudizio della direzione generale hanno dimostrato le sue colpe: anzichè recarsi a operare su un impianto della periferia cagliaritana il 4 dicembre del 2012 Marini è rimasto a casa e poi è andato in palestra in un orario in cui risultava impegnato in interventi di lavoro. Altre cinque volte, ma sempre nello stesso mese, fra il 6 e il 19, il geometra è arrivato alla sede aziendale di via Eligio Porcu, a Quartu, con una o due ore di ritardo. Lui nega e i suoi difensori, gli avvocati Eligio ed Enzo Pinna, si preparano a portare davanti al giudice trentacinque testimoni che sostengono le sue tesi: al lavoro c’è andato. Non solo: il licenziamento, affermano i due legali nel ricorso al tribunale, è una sanzione eccessiva rispetto ai fatti contestati e documentati, per i quali le norme stabiliscono al massimo una sospensione. Dall’altra parte l’avvocato Siro Centofanti ribatte secco: col suo comportamento Marini ha ingannato la propria azienda, il vincolo di fiducia è irrimediabilmente caduto, la sanzione è pienamente giustificata, forse fin troppo mite.
Comunque sia la causa è in corso, ancora qualche mese e si vedrà chi ha ragione. Ma quello che conta è il segnale: il direttore Sandro Murtas, esperienze maturate come inflessibile capo del personale al Ctm, l’azienda del trasporto pubblico di Cagliari, ha ormai un filo diretto con l’agenzia investigativa dell’avvocato Fabrizio Melis e sembra deciso a insistere sulla linea dura. Una segnalazione e gli investigatori partono a caccia del dipendente in odore di infedeltà. Così ora ad Abbanoa si sa che lasciare al loro destino tubazioni e contatori idrici per imboscarsi in attività meno faticose può costare la busta-paga. I conti economici e i bilanci sono quello che sono, ma almeno gli orari di lavoro devono essere rispettati sempre e a puntino.
Tutto regolare? Se è vero che lo statuto dei lavoratori proibisce i controlli diretti sulla produttività individuale - telecamere e altri strumenti tecnologici - lo zelo indagatorio dei vertici di Abbanoa ha suscitato la curiosità della Procura, che attende per la prossima settimana la prima relazione del consulente Giuseppe Aste e della Guardia di Finanza sui conti della società pubblica in crisi finanziaria, primo passo dell’inchiesta per peculato aperta quest’estate contro ignoti. C’è infatti un problema di privacy e di costi investigativi, sul quale il pm Giangiacomo Pilia intende disporre approfondimenti. Non è che un elemento marginale di un’inchiesta che potrebbe sfociare di qui a breve in sviluppi clamorosi: si parla con insistenza di un’istanza di fallimento che partirebbe presto dagli uffici della Procura.