La Nuova Sardegna

Ente foreste, Uil attacca sugli aumenti da 20mila euro a 9 dirigenti

SASSARI. «È di questi giorni la notizia dell'incredibile accordo del sindacato dei dirigenti dell'Ente Foreste della Sardegna e del Coran, dove in meno di due anni 9 persone più due impiegati facenti...

03 aprile 2014
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SASSARI. «È di questi giorni la notizia dell'incredibile accordo del sindacato dei dirigenti dell'Ente Foreste della Sardegna e del Coran, dove in meno di due anni 9 persone più due impiegati facenti funzioni, hanno avuto incrementi contrattuali esorbitanti con retribuzioni da 80 mila a circa 100 mila euro, oltre al riconoscimento di mansioni superiori pregresse da anni, per altre migliaia di euro». La denuncia è del segretario Uila-UIL Paolo Camoglio che, attraverso una nota, parla di due pesi e e due misure. «Costoro – si legge nel documento sindacale – accampano il diritto di essere retribuiti come i dirigenti pubblici della Regione, mentre operai e impiegati hanno visto negarsi gli aumenti del contratto nazionale e del contratto regionale, motivo per cui circa 6.500 dipendenti, operai, impiegati e quadri, stanno restituendo da oltre un anno dai 50 ai 100 euro mensili. Una vergogna da cancellare. Unico caso tra l'altro, di restituzione salariale nella storia dei dipendenti in Sardegna e nel resto dell'Italia, grazie alla restrittiva interpretazione di quei dirigenti con l'avallo del Consiglio di amministrazione e degli ex assessori dell'Ambiente (Oppi) e del Personale ( Floris).

È un accordo che indigna e offende non solo i dipendenti dell'Ente Foreste della Sardegna, ma anche e soprattutto migliaia di disoccupati e di lavoratori e pensionati che vivono in uno stato di povertà. Il nuovo governo regionale deve al più presto entrare in merito alla situazione di questa azienda e per quanto ci riguarda, abolire il Consiglio di amministrazione e far sì che la gestione dell'Ente Foreste della Sardegna sia prerogativa dei dirigenti di tutto il comparto regionale e non degli attuali inamovibili nove».

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